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I Quaderni dell'Ussero
Valeria Serofilli – Dai tempi
di Raffaele Piazza
Valeria Serofilli con Dai tempi, raccolta inserita ne I Quaderni dell'Ussero di recente pubblicazione per i tipi di puntoacapo di CollezioneLetteraria, raggiunge una notevole maturità espressiva, che era già visibile e intuibile nelle sue precedenti raccolte, come, per esempio, Chiedo i cerchi.
La poeta, con queste poesie, traccia un vero e proprio diario dell’anima, che ha per argomento l’amore, gli affetti familiari e la riflessione solipsistica su se stessa, come creatura e persona, inserita nel mare magnum della quotidianità del nostro postmoderno occidentale, nel quale, la parola poetica, detta con urgenza, costituisce l’apertura di un varco si salvezza, per giungere ad una piena consapevolezza del senso.
C’è da notare, elemento stilistico costante nella raccolta, che la poeta interrompe i singoli versi con il segno /, procedimento che rende il ritmo incalzante e dà una forte musicalità al dettato, con una notevole dose di sospensione, bellezza e magia.
Nel componimento eponima, che apre il libro, c’è la presenza di un tu, presumibilmente quello della figura dell’amato, del quale vengono detti molti riferimenti.
In Dei tempi, come dallo stesso titolo, l’amore è visto e vissuto in maniera diacronica. Infatti, nella composizione, l’amato è raffigurato nei panni di diversi personaggi, connessi al passato: come un uomo primitivo con la clava, che stringe l’io-poetante per metterlo al riparo dagli orsi, o come un etrusco, un bizantino o un antico romano.
Ottima la tenuta dei numerosi versi lunghi e tutto il tessuto linguistico e permeato da chiarezza, nitore, luminosità e narratività.
Sono presenti ironia e leggerezza e la Serofilli dimostra di avere un’avvertita coscienza letteraria nel produrre versi che s’imprimono sulla pagina senza nessuno sforzo, con la massima naturalezza nel padroneggiare la materia.
E’ presente una frequente aggettivazione che dà ai sintagmi un’aurea nella quale anche i minimi particolari vengono portati alla luce e l’intonazione è caratterizzata da intimismo e da un tono colloquiale.
I versi procedono per accumulo e sembrano sgorgare gli uni dagli altri, librandosi sulla pagina senza la minima pesantezza e sono connotati da velocità e armonia. Nella breve opera, nella quale alcuni dei testi sono tradotti, la cifra essenziale è quella di una forte originalità della forma e dei contenuti. E’ detto un microcosmo di affetti, pulsioni, sensazioni con consapevolezza e ricchezza di raffigurazioni e particolari.
La poetica espressa dalla poeta in Dei tempi non può definirsi tout-court neolirica in quanto, pur essendo effusione di stati d’animo, sentiti e detti in modo particolarmente armonioso, riflette un certo intellettualismo, che ne costituisce uno dei valori fondanti, pur nella sua immediatezza.
Particolarmente bella la poesia Il fornaio, nella quale l’io-poetante immagina di essere stato impastato come una pagnotta e, nella chiusa la poesia stessa si fa pane.
In Lettera al padre si assiste ad un colloquio serrato con la figura paterna e la Serofilli si chiede se il genitore esista ancora, s’interroga sulla sua presunta vita dopo la morte terrena. Alla fine del componimento la poetessa torna bambina e scrive: padre mio ti voglio bene. Si percepisce spesso un forte senso materico in queste composizioni.
Raffaele Piazza
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