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Saggi e note critiche di Valeria Serofilli
IL SOGNO COME CREATORE DI SIMBOLI
Considerazioni di Valeria Serofilli relative ad alcuni aspetti dell’opera pittorica di Possenti, in riferimento al testo di L. Fusi Nel ricordo d’antico sogno.
Rimbaud – Possenti – Fusi: gioco di scatole cinesi che apre ad un mondo di sorprese, in un complice trait-d’union che solo il sogno e più specificatamente il veggente sogno dell’arte sanno tessere. Il mio contributo in questo contesto intende focalizzare alcuni aspetti dell’arte di Possenti. Simbolismo pittorico che a mio avviso riporta al reale le “illuminazioni” dell’anima, in quanto la pittura per Possenti, come per Rimbaud la poesia, è strumento di conoscenza, <<rivelazione>>. Proust né Il tempo ritrovato sostiene che: << Lo stile per lo scrittore, come il colore per il pittore, è un problema non di tecnica ma di visione. Esso è la rivelazione, (…) impossibile con mezzi diretti e coscienti, della differenza qualitativa che esiste nel modo come ci appare il mondo: differenza che, se non ci fosse l’arte, resterebbe l’eterno segreto d’ognuno>>.
Già Calderòn de la Barca sosteneva che la vita è sogno, affermando così la superiorità dell’interiorità e della mera contemplazione intellettiva sulla vita reale. E nelle tele di Possenti, in cui si riversano la ricchezza e la libertà immaginativa della poetica rimbaudiana, il sogno è studiato come creatore di SIMBOLI, anche mostruosi, perché in fondo il sonno della ragione genera mostri, per dirla con Goya che così intitola un suo “ Capriccio “.
Così nella tela associata alla lirica Petit bateau ivre (la prima del poema simbolico <<Le Bateau ivre>>), le immagini grandiose, incisive e simboliche della poesia, trovano nel SERPENTE MARINO che si morde la coda una loro visiva concretizzazione. IL SERPENTE CHE SI MORDE LA CODA (sotto forma d’Uroboros), simbolo di manifestazione e di riassorbimento ciclico, promotore non solo della vita ma anche della durata, ritorna nell’immagine sferica e in se conclusa del SOGNATORE dell’orologio che non suona. <<Non bisogna dimenticare (scrive C. G. Young) che si sogna in prima persona quasi esclusivamente di se attraverso se stessi>>; il celebre analista mette in rapporto con la psicologia del sognatore ogni elemento del sogno: “ il sognatore” è, infatti, raffigurato al centro dell’immagine onirica in quasi tutti i 15 dipinti di Possenti scelti da Fusi per il suo viaggio poetico.
Un sognatore-poeta compare anche in “Au Cabaret vert” che potrebbe ricordare un caffè-concerto di Toulouse-Loutrec.
E ancora immagini oniriche e simboliche quali la FALCE DI LUNA che splende al neon in elettrici cieli vangoghiani o le RAGGIERE DI LUCE, lampade di cabaret, tornano nelle STELLE cadenti “fiorite di dolcezza”, per farsi FARO ad un piccolo battello più o meno ebbro. In quest’interpretazione rimbaudiana la scrittura pittorica di Possenti ricorda nell’abbondanza degli oggetti – simbolo il fiammingo Bosch, mentre il Possenti- Chagall assimila le varie poetiche per adoperarle in una distesa narrazione fiabesca intrisa di ricordi della terra russa e di tanta fiaba a questa relativa. Solo in tali scenari figure felliniane riescono a sfogare la propria immaginazione perché << la sintesi dell’attività psichica inconscia costituisce l’essenza stessa del lavoro mentale creativo>> (C. A. Meier). Rimbaud-Possenti-Fusi, Poesia-Pittura rarefatte, essenziali al punto da ridursi ad un magico fluido capace di sviluppare infinite suggestioni.
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