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Poesie edite e inedite

Poesie e Racconti

Amalgama

La volta che mi sorpresi/ a sfogliarmi
il nero il bianco lo spazio i miei intervalli
bilicante rimasi sugli spalti
Se continuare o se
incerta / fermarmi
La consapevolezza solo più tardi.
Sono l'impasto / da gustare piano
pagina a pagina, riga inchiostro pelle
carta di guscio che t'incanta molle
lievito amalgama / caricato a molla
Adombra il rischio di pensieri imberbi
Trapianto bulbo che ti accresca, se mi sfogli
mano tesa e cogli / acini essenza
pane seme mosto
Il più ambito frutto in quest'inchiostro.

Da
Amalgama in Valeria Serofilli - La parola e la cura, Puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010. Apparsa su La Mosca di Milano, Intrecci di poesia, arte e filosofia, Anno XIII - n. 22 - giugno 2010 - Semestrale.

L'aiuola

Tutta da coltivare la nostra aiuola
innestare/ trapiantare e alimentare
non destinata a verde pubblico
privata oasi

Perché quando si ha un aiuola / amore
va curata amata / non da calpestare

non pout pourrì o colibrì
ma rose fresche e giganti di passione
petalo su petalo/senza spina.

Da
Nel senso del verso - Nuovo volume, Leonida Edizioni, Reggio Calabria 2009.
Apparsa su
La Mosca di Milano, Intrecci di poesia, arte e filosofia, Anno XIII - n. 22 - giugno 2010 - Semestrale.


Piccoli soldati
(Omaggio alla lirica di G. Ungaretti “Soldati” in Allegria di naufragi)

Ero bambino / da bambino
ragionavo giocavo: non loro

Mani piccole cuciono
palloni che altri calciano

Rattrappite ali in
intorpiditi voli
Non nate ali / per voli
mai spiccati

Preclusi i giochi

Rapiti all’innocenza
educati alla violenza
ad altri giochi costretti

Bambini in soldato
soldato in bambino:
machete mitra Kalashnikov
per un soldo di niente.

Pubblicata nell'
Antologia del XVII Convegno di "Poesia nel Cassetto", Monterchi, Arezzo, 2007.


Genova
(Omaggio a Dino Campana)

Salivo, salivo, tra lauri e cipressi
Serpenti d'acqua e turriti navigli.
A te, Genova
A te, città fantastica
Negli occhi di chimera
Gli occhi alzavo
Alla tua chiesa azzurra e bianca
All'arco eburneo
Dell'arcato palazzo
Alle vie alle piazze
Fragore di vita, in te,
Mitica e tonante
Nelle piazze che dilagano al mare,
nei vichi marini,
Nei vichi antichi, sfingi, fonti e frontoni
Genova canta al mare
l'urgenza
così canto te, così ti ricordo ancora
e ti rivedo
Febbricitante
Contro l'azzurro cielo serale
Così vorrei tornare nell'ultimo sonno
In te, o gorgo, augurale e navale
E come il molo, vivente e cigolante
di gru di catene
Nel cavo della notte serena
A te, mitica, per sempre dormire.

Apparsa su
Il Chiasso Largo, Anno 2, n. 4 - Rivista bimestrale di cultura e letteratura, Pascal Editrice, Gorgonzola (Mi), Febbraio 2008.


Resoconto
(in morte di Mario Luzi)

L’eredità non so del mio strano / rapporto
con la vita o meglio / il suo diporto
Ora / altro poco conta, caro
né più né meno di come ti ricordo

Col vivere si versa / al vivere un acconto
ma sempre infine ti si riversa il conto
in scomodo ritardo, prolisso contrattempo

Fili di carrucola dipanano
strane circostanze / meccanismi
ricordi a branchi / brancolano il buio
ed io qui in attesa di dire, cosa? -
Quello che è stato, o quel ch’essere poteva?

Qui con i miei fantasmi (a) tracimare
sciogliendo il giusto, il vero dal superfluo
scandagliandone il ritmo ed il meandro
scindendo l’
essere dal non
l’ora dal quando

Lo strano riversarsi / lo strasogno
tra annichilimento e resoconto, catarsi
a summa del percorso,
quel tuo darsi – strano a dirsi – in fogli sparsi
aspersi di consenso, di non detto

Discorsi – quanti, (ricordi?) – sui corsi
e sui ricorsi:
il pessimismo / bicchiere mezzo vuoto
l’ottimismo, se è bicchiere mezzo pieno
l’altra metà è fine del sentiero

Ed ora qui a riflettere se è vero
se esista un
senso al verso del pensiero
o se tutto è già scritto falso e vero

Se è nel libro che ti addossi contro
in quel palmo riverso, nascita e mescita
rimescolìo d’intenti / fraintendimenti

E noi assuefatti (ad) ossigeno e certezze

in bilico tra un sé stessi e il niente…

Ah, se potessi, al vivere
non dover mai / dare un resoconto.

Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006),
Poesia vincitrice del 1° Premio al concorso nazionale di poesia 2006 "Le parole per dirlo" organizzato dalla Proloco Montemurlo con in giuria Marco Marchi. Pubblicata in
Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi - Volume III - Tomo I - Bastogi - 2008, ne Il Giornalaccio e in Arte della Memoria.


Via di fuga nel dislessico

Sospesi tra l'attesa del peggio / quel tuo dire
"tanto deve finire" e "la spendo appieno
giacché non dura - per così dire -"

Ciclicità è rinascita / ma sfianca:
gemme continue germinano stress
e a ripetersi, l'indefinito / già sei fortunato

Ma quale fugace fuga e fuggitiva
si prescrive nel flusso che furtivo
ci consuma? / Consunti di solerte dinamismo
consenzienti impacchi di mistero in attesa
d'incudine a recidere (il niente o il meno vero)

Astanti di tempi senza resa / miraggi
di lungometraggi in attesa
si continui a fugare quell'arresa
nel consuntivo che ci preme / promessa
ressa inattesa
riscossa della più fervida rissa
di quell'arringa / terra promessa
letale placton che alla sorte
germina misfatto, surimi per non dire granchio,
(cavia) caviale o più pregiato succedaneo

Sospensioni liquide di amplesso
siamo più o meno quel che ci è promesso
(o meglio concesso), ma la fine sussiste,
quanto prima e la sfida continua
nel dislessico.

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.


Nel senso del verso
Ricordo cominciare un tempo alterno
e dal fulcro sgorgarne il riassumibile

Scandivan le parole / il loro senso
ed ecco a questi loro sensi aprirsi:
io ore a rovistarne gli interstizi

Parole stese al sole / ad essiccare
magma di come, quando
magma di parole
per farne uscire il senso il verso il canto

Arresta il perfetto / l’ansia
di superamento / ma noi
la cui misura è l’imperfetto
la ricerca intraprendiamo di quel senso
per rivestire larve di non detto!

Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006), pubblicata in Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi - Volume III - Tomo I - Bastogi - 2008, in internet ne Il Giornalaccio, in Arte della Memoria, nella rivista bimestrale "Le Muse" - Anno IV- Ottobre 2005, in Voci dell'anima, ediz. Il Leccio, Rapolano Terme (Si) - 2006 - Antologia del Premio "Il Molinello". La lirica è stata premiata con Menzione d'Onore della Giuria del Premio di Poesia "Verso i versi" Città di Siano (Sa) - III Edizione - anno 2007 - e inserita nell'Antologia Poetica del Concorso. E' possibile ascoltare tale lirica on-line al sito Il Narratore.


Ebbra


Ora tu qui / alchemica mistura
ed il pallore si farà dunque rubino
fecondo di ebrezza e dolci attese
paghe di amplessi e di sorprese

Nata appena / come d’uva il mosto
Appena sorta / com’alba da tramonto
Schiusa / pistillo da corolla:
liquida / com’acqua di sorgente

Tempo è di berci / chimerico piacere
tempo è di sorsi, aliti ed essenze:
il tuo fiato da noi trasfonde
e si alimenta
e ne accresce l’orlo e lo trabocca

Vendemmia di pelle / occhi negli occhi.
Se è tutto inganno
inganno sia
perché è questo
il più dolce annegamento!

Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006) e in Arte della Memoria
E' possibile ascoltare tale lirica on-line al sito Il Narratore


Quadro

Come in un quadro - dici -
e in tocchi di pittore traduci
nella vita cornice
della pelle i contenuti.

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.

Marina

Dal fulcro / luce si dispensa
irradia l'onda e increspa:
contrario tramonto

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.

Acqua d’Arno
(Omaggio a Vittorio Vettori)

Lento l’Arno scorre
il suo elemento / nel senso
che del verso in sé condensa
l’azzurro dell’intero firmamento

Non più d’argento ma bello lo stesso / d’oro
semmai / che indora
dall’Orologio al Corso
il bel passeggio

E del contesto / di riflesso
il resto / nel tratto che sancisce
sotto al Ponte
il suo passaggio
ché in Arno si specchia
e d’Arno si bagna
l’anima di Pisa.

Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006), apparsa su Issimo -Anno XX- n. 53 Nuova Serie - Maggio Giugno 2007 e anche su Pomezia-Notizie Anno12 -(Nuova Serie)- n. 3 - Marzo 2004 -


Tra noi poeti
(in morte di Mario Luzi)

Un’eredità / tra noi poeti
un codice nutrito
di messaggi
e di concetti
che in fondo / minuti ed eloquenti
son gli stessi

Tra noi poeti
basta quell’occhiata
e la realtà diventa
un’altra cosa,
riscritta amata sedotta e ricreata

Tutto da dire
niente da rifare
come il mignolo segue
all’anulare

Intendimenti ed interpretazioni
finzione / suggestione
in enorme
abnorme univoca emozione.

Apparsa anche su
Il Chiasso Largo, Anno 1, n. 0 Rivista bimestrale di cultura e letteratura, Pascal Editrice, Gorgonzola (Mi), 2006.


Piazza Duomo

Il cerchio dei Miracoli
è invaso appieno
da turisti e da ali di piccione.

Fontane di putti su tritone.

Bancarelle fanno da corolla
al calice di cui torre è pistillo.

Non è domenica ma lo stesso è festa
anche senza campana a suonar messa
ché di miracolo / teatro
è questa piazza.

Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006) e apparsa anche su Il Chiasso Largo, Anno 1, n. 0 - Rivista bimestrale di cultura e letteratura, Pascal Editrice, Gorgonzola (Mi), 2006 e recitata nell'ambito della trasmissione televisiva "L'Impallato 2005" del regista e attore Andrea Buscemi .



Doni

Dono di sangue
per mondi migliori:
stille soldato infondono
goccia a goccia
linfe vitali
per gruppi anche rari.


Da Gli ulivi abbacinavano il sentiero e apparsa su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 8 - Agosto 2004 -


Tradita Infanzia

Ero bambino / da bambino
ragionavo giocavo: non loro.
Mani piccole cuciono
palloni che altri calciano
rattrappite ali in
intorpiditi voli.
Non nate ali / per voli
mai spiccati.
Preclusi i giochi.


Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006) e apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie)- n. 8 - Agosto 2004 - e ne Arte della Memoria. E' possibile ascoltare questa lirica on-line al Il Narratore.



Il chiodo

A rallentarmi il passo / nel tacco malmesso
un chiodo di traverso / nella carne lo stesso
che al legno fissa

Chiodo ferreo / corona della festa
acume di dolore
o posticcio / vernice rossa
in capsula:
per falsi convertiti / una finta passione.


Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006), pubblicata ne Il Giornalaccio, Pomezia-Notizie Anno 12 -(Nuova Serie)- n. 8 - Agosto 2004 - e in Soglie, Rivista Quadrimestrale di Poesia e Critica Letteraria Anno VIII, n. 2 -Agosto 2006-, nell'Antologia del Premio Capit "Terzo Millennio" (Roma 2002) e nell'Antologia del premio "Miramare città di Rimini - Nuova Poesia 2004".


Van Gogh
La camera di Van Gogh ad Arles, 1889


All’occhio ti balza
e la vista ti ribalta
il dilatato spazio
della stanza:

quadro nel quadro
l’autoritratto
in cromatico contrasto
che sovrasta.

Segni a vortice,
puro il colore:
giallo e viola
azzurro ed arancione,
chè ogni gradazione
la forza assume
della tua passione.

Con il pennello
costruisci e formi,
modelli, plasmi, impasti
e infine deformi,
del tuo occhio di denuncia
dietro consiglio.

Della fisicità
sublime pittore!

Pubblicata su
Ghibli, Rivista di letteratura e zona di confine, Nuova serie n. 33 - Marzo 2004 -



Oltre

Lo sguardo oltre / lungo pendii del colle
a ruzzolare tappeti / sparsi di foglie

Tinge l'autunno a macchia
d'erba il verde noia: ocra seppia marrone
come ancestrale voglia

Sul lembo più alto del tetto
s'adagia un raggio di sole:
il merlo col giallo del becco
becchetta un mondo migliore!

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007 e nell'Antologia Poetica Oltre il Confine, e-book di Nuoviautori.org.



Ostrica

Mi farò ostrica di piacere / amore
d'insazie notti / mio instancabile pescatore:
lenzuola bianche in madreperlaceo ardore.

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.


Lasciami a questo

Respiro palme e di blu mi tingo
del cielo che nel palmo stringo.
Lasciami a questo / questo lasciami.

Pubblicata ne Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.

Van Gogh
Autoritratto, 1888

Autoritratto
uno dei tanti
in cui te stesso scruti
per cercar ragione
dell’ aurorale tua
energia d’amore.

Energia
si folle
da non comunicarsi.

E le tue inquietudini spingi
a inabissarsi
tra lo sguardo e la tela,
tra gli zigomi e il disfarsi
del colore,
a grumo a grumo
in denso impasto,
ad impastare lento
il tuo messaggio!

Pubblicata su
Ghibli, Rivista di letteratura e zona di confine, Nuova serie n. 33 - Marzo 2004 -


Van Gogh
Notte stellata, 1889

E di notte s’affacciano le stelle
a ruota sui destini e sulla pelle,
l’elettrica tela a forare fredde
in concentrici cerchi,
tra lingue d’aria
e francesi cipressi.

Vortici ove non cadere
in un risucchio
sul biliardo della vita
fra gioia e dolore
fra il niente e il tutto.

Se di Gauguin l’astratto giallo sole,
da schemi libero
il tuo cromatico furore!


Pubblicata su Ghibli, Rivista di letteratura e zona di confine, Nuova serie n. 33 - Marzo 2004 -



FEDRO RIVISITATO
Spoglia la favola del suo animale
ed ecco balzar cruda la morale!

Chi disprezza compra


Colei non fare
che disse “
Tanto è acerba
cui grappolo
troppo pingue
franò in testa,
ché se il tuo debol salto
uva non coglie né tocca,
ammetti il limite
e di non esser pronto
all’acino non dar colpa!

Fedro, IV, 3

Da Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 3 - Marzo 2004 - e in Vicoacitillo di Antonio Spagnuolo e in Senecio, rivista on line di rivisitazione dell'antico di Emilio Piccolo e Lorenzo Fort.



La riconoscenza del lupo


Quale più gradita ricompensa
per la gru dal lungo collo
dell’aver ancor la testa
dopo aver al lupo tolto
dall’ingorda gola l’osso?

Fedro, I, 8

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 -
- (Nuova Serie) - n. 3 - Marzo 2004 -
e in Vicoacitillo.



La rana e il bue


“Il troppo stroppia” e
lo sa perfin ranocchia
che per farsi vacca
la pelle tira e strappa
finchè non scoppia!

Fedro, I, 24

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata in Vicoacitillo.


La volpe e la maschera


— << Volto di maschera / quanta magnificenza>>
disse la volpe nel rimirar la larva, << ma sede disabitata
agghindata a festa, se dietro non t’indossano
anima e testa!>>.


Fedro, I, 7

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 3 - Marzo 2004 - e in Vicoacitillo.



La via sbagliata

Se vedi galleggiare un gran sacchetto
ricolmo di ciò che più ti alletta,
non risucchiare il fiume dal suo letto
per provocar la secca e pescar meglio,
che se scoppi, man sopra non vi metti.
Cambia progetto!

Fedro, I, 20
Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata in Vicoacitillo.


La vanità della cornacchia


Non far cornacchia che
pur d’esser pavone,
le nere penne condisce
di posticce piume,
che le prime son vere
mentre l’altre le perde.


E senza “vello”,
di pavoni e cornacchie
divien zimbello!


Fedro,I, 3

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia 2004) e pubblicata in Vicoacitillo.


Pan per focaccia


Invito a cena:
furbo pretesto
per chi a tirarti
scherzo s’appresta.

Brodo in liquore
tavola in festa
ma l’invitato
digiuno resta!

Pan per focaccia
l’invito a pranzo:
fresco il pesce
naviga trito.

E’ il recipiente
troppo alto e stretto
per chi ha un musetto
al posto del becco…

Leccando il vetro,
lo Scaltro s’aspetti
d’esser da
esempio
a chi ha per denti
un lungo stecco!

Fedro, I, 26

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata in Vicoacitillo.


L’anfora I

Sprigiona il coccio
d’effluvio il falerno
che assapora / la vecchia
cui già
nostalgico riso / squarcia
ruga
di sopite estasi / in fuga.


L’anfora II
Per vecchiezza
valor non si perde
ma quando dei desideri
è tratto il dente,
il più crudele degli affanni
ricordarsi è
dei felici anni!


Fedro, III, 1

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata in Vicoacitillo.


“Prestami i tuoi occhi”
da Pier Paolo Pasolini al fratello Guido
(Omaggio a Pier Paolo Pasolini)
Testo ispirato dalla poesia “Vittoria”, in cui Pasolini ricorda il fratello, vittima della strage di Porzus.


Prestami i tuoi occhi
per comprendere le armi
della tua ragione
e vedere / nel libro di poesia
quella rivoltella
I tuoi occhi prestami
e parlami di quando
sul monte / asperso di speranza,
la speranza ti fu spersa
di quando / nel marmo
la vita ti fu spenta
Prestami i tuoi occhi
così che possa
regalare fiori / ai rovi
di
memoria
regalare immagini di gioia
per lenire / in guanti di seta
le idealità e la violenza
del tuo tempo
Occhi d’amore prestami per aspergere
le ferite e il sacrificio
del tuo gesto
che la libertà ormai corona
di consenso!

¹. In
Poesia in forma di rosa, ora in Bestemmia, Garzanti, Milano, 1993.
². cfr. il brano "Mio fratello" da Pier Paolo Pasolini,
Le belle bandiere.
Dialoghi 1960 - 1965 a cura di G. Ferretti (Editori Riuniti, Roma, 1977).

Da
Nel senso del verso - Nuovo volume (inedito) e pubblicata nell'Antologia del XV Convegno di "Poesie nel Cassetto", Monterchi, Arezzo 2005.


Al lago di Dobbiaco

Il terrazzamento sul lago si protende
e senza schermo
non vedi che candore abbacinante

A colore in assenza
colore aggiunge un
cigno

Fuma la baita di spezia calda.
Lo scalpitìo di un setter
unico rumore
e il becchettìo dei cigni

Sobrio il silenzio
come la parole:
tedesche, poche, ben scandite
acerbe.

Qui il tempo si è fermato
in un cristallo, al
cristallizzato lago
di Dobbiaco!

Pubblicata dall'
Associazione Turistica di Dobbiaco nella pagina Community, nel link "Racconti di viaggio".


Sfogo in scroscio


Lontano tempo di poesia
ove greggi tingevano l’erba
del bianco che di nuvola
cielo invecchia.

Ora sfoga il suo scroscio
l’ora che pulsa
accelerando il ritmo
del tempo che passa.

Lontano l’aurora
che stella Magio indora;
lontano il presepe
cui mano fanciulla attese.

Ore ad incastro
t’imbrigliano l’atto.
Del tuo avanzare
complicato il passo!

Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata nell'Antologia Letteraria del Circolo Culturale Identità, Pontedera 2001.


Sovrasenso

Se questo ha un senso / non rinunci il sonno
a scoppiarti le tempie nel rimbombo
che preme / freme, in bislacco sovrasenso
soldato di trincea senza l'elmetto
Abbraccia l'euforia dell'abbandono
a un sé, a un poi / a un mai detto
sovratono
Crea per te il bianco di un silenzio
ma colmo del più acuto sovrasenso
e circuisci lo spazio che ti pesa
centometrista senza la sua asta:
quel che resta / nell'ingorgo che sovrasta
è gran sete / prima della resa.
Non voglio pene/ che non sian
d'amore.

Da
Amalgama in Valeria Serofilli - La parola e la cura, Puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010.Apparsa su La Mosca di Milano, Intrecci di poesia, arte e filosofia, Anno XIII - n. 22 - giugno 2010 - Semestrale.

Inchiostro

L'aratro ha mietuto
distanze impari e ne
è nato inchiostro probabile
per farne capoverso.

Da
Amalgama in Valeria Serofilli - La parola e la cura, Puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010.
Apparsa su La Mosca di Milano, Intrecci di poesia, arte e filosofia, Anno XIII - n. 22 - giugno 2010 - Semestrale.

Chiedo i cerchi

A te parola non chiedo sillabe
che squadrino ogni lato
latente afflato
che germini una voce
perché la prassi impone
buio / luce
e gemme che non recidano radici

A te parola chiedo i cerchi
del sasso nello stagno
che genera onde di pensiero

E se
ad un concetto ti trovi a dare fiato
non farne gomitolo da gatto
ma getta il sasso
e vedi se s'ingemma.

Da
Chiedo i cerchi, Puntoacapo Editrice, Novi Ligure, 2008.
Apparsa anche ne Il Convivio, Anno IX, n. 4 - Ottobre - Dicembre 2008 - Rivista Trimestrale di Poesia Arte e Cultura dell'Accademia Internazionale 'Il Convivio'.


Sonetti d'etere
(Omaggio a Cento sonetti d'amore di Pablo Neruda - XVII sonetto)

"(...) Così ti amo perchè non so amare altrimenti che così, (...)
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che
si chiudono i tuoi occhi col mio sonno".

Così bello è l'amore
e così fragile
Mi affami / mi sazi
mi trasali

Dov'eri quando ti volevo? Dove?
Perchè non mi hai trovato?
Quando il buio m'ingoiava e
al buio temevo. Quando

La mia mano ne percorre
il ricordo / lo precorre
precoce nel timore
che l'idillio esaurisca il suo tepore

Così ti amo / in un istante
di tutto che sia eterno
in un attimo di vita
che non attenda

Perchè la prossima notte
non ci vedrà insieme
Perchè di questa nostra pianta
non c'è il seme?

Semenza generata dall'essenza

Mi hai trovata
perchè già c'ero, in te,
in noi. Del nostro desiderio
il seme vero
Giunto non è
chi ci separi!

Apparsa su
Il Chiasso Largo, Anno 2, n. 4 - Rivista bimestrale di cultura e letteratura, Pascal Editrice, Gorgonzola (Mi), Febbraio 2008.


Gli ulivi abbacinavano il sentiero

Gli ulivi abbacinavano il sentiero
l'imperlustrabile enigma del pensiero
di cui il corso / ricordo / ed il ricorso
di quando fummo / ed ora
a serpeggiarne il senso
che di contro me ne riporta il segno

Abbacinati ulivi sul sentiero
a riflesso dell'inenarrabile percorso
argenteo gioco di foglie e di parole
d'impegno preso in prestito dal pugno
di quando fummo - dici - ed è riflesso
e nel ricordo mi rituffo indenne

Urga - ti prego - il brivido parola

Nell'oblio di risalita leggo
l'irripetibile dato della vita
che ritmiche scandiscono le dita
per non tuffarmi nel risucchio
del già detto.

Da
Gli ulivi abbacinavano il sentiero (raccolta inedita).
Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.


Perdurare di fantasmi

Sorrisi d'erba nuova / miscelano entusiasmi

Solo il perdurare di fantasmi / somministra
al reale, i soliti obliqui spasmi

Realtà contratte / in infinite matrioske

Sterili arringhe senza ardite soste / lenti
sconnesse in strade torrentizie, plebee
e patrizie le tue storie: accavallate
gambe che incrociano memorie

E se fuori piove
hai più tempo di cercare il ricordo, l'immortale,
l'avorio di un sorriso / nell'ebano di un volto
il profumo di muschio sul tuo petto
prima che il quotidiano ti confonda
e la morsa t'ingoi / di una realtà
ormai persa.

Da
Gli ulivi abbacinavani il sentiero (raccolta inedita)
Pubblicata in
Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi - Volume III - Tomo I - Bastogi - 2008 e ne Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.

Flusso

Oltre il niente
fluidificato fluire
di passato e presente

Rinascere ad oltranza
se stessi e gente:
flusso interminabile
dalla foce / al suo risorto
di sorgente.

Pubblicata su
Soglie, Rivista Quadrimestrale di Poesia e Critica Letteraria, Anno IX, n. 2 - Agosto 2007.


Segmento di lucertola
(Omaggio ai testi luziani “Il pensiero fluttuante della felicità” e “Nel corpo oscuro della metamorfosi” da Su fondamenti invisibili,1971).


Non dichiarano poetiche – dici -
i poeti veri

Si dimena / il loro fare, segmento di lucertola
in vortice eterno / eterno movimento
all’unisono col pensiero / oltre
il tormento, (tormentato canto)

Lucertola in segmento, la poetica
mulinello d’idee / forza centripeta
che genera catarsi, sacrificio funzionale
alla rinascita

Staccata coda che rinasce
reincarnato incanto / metamorfosi a oltranza

E alla lucertola al sole / non rincresce
di avere della coda solo un mozzicone
perché tanto sa che le ricresce / anima pineale / luce rudimentale
punto oltre da sé, da cui diparte / obbligato
distanziamento che ne accresce
la nostalgia di muro:
prezzo che è ben valso il suo futuro.

Da Gli ulivi abbacinavano il sentiero (raccolta inedita).
Pubblicata in
Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi - Volume III - Tomo I - Bastogi - 2008, ne Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.
Apparsa anche su Vicoacitillo.

Un altro verso

Dimmi semmai / se esiste un altro verso
a questo lembo di cielo mal riposto
se siamo stati mai nello stesso posto
che ci ha visto uniti e se il cielo ci ha risposto

Se poi a prescindere / il senso
batte in testa, è festa di
ritorno / di vita e di ricordo

Un altro verso / mi chiedi
ed è percorso, del dire / pensare
vivere e misfatto, mirto di rovo
non genera catarsi
mano nella mano / quel nostro darsi.

Pubblicata ne
Le voci della luna - Quadrimestrale di informazione e Cultura Letteraria e Artistica - Numero 39 - Novembre 2007.


La tua giostra

La tua giostra ritrova
di cavalli e ruote
bilico terra cielo
i capricci a terra.
La vita di ogni giorno
scende/atteso ogni
ritorno in pista.


Apparsa su Pomezia-Notizie Anno 12 -(Nuova Serie)- n. 11 - Novembre 2004 -



Cielo in affitto

Ho pagato affitti di cielo
per albatri dalle ali spezzate
paradisi / per frantumati angeli

Ho infilato perline colorate
per capelli a treccine
e infantili collane

guadato fiumi controcorrente
in cerca di coccodrilli.

Pago / eterna
la felicità di un attimo.


Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006), apparsa anche su Pomezia-Notizie - Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 11 - Novembre 2004 -, nell'Antologia Poetica Oltre il Confine, e-book di Nuoviautori.org e in Arte della Memoria.



Impensabile

Impensabile / non pensarti:
nell’impensabile pensarti.
Sei nelle foglie, nella linfa
degli arti.

Il tuo volto troneggia impera
si fonde nelle alte teste
dei faggi / si confonde.

E sei qui, il mio tutto, il mio sempre
il mio presente, il comunque
il nonostante.


Da Nel senso del verso (ETS, Pisa, 2006) e apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 11 - Novembre 2004 -



Finestra
(ut pictura poesis)

Come pittore voglio figurare
monti, colli, prati e un vasto mare
per poterti mettere nella testa
ciò che non vedi dalla tua finestra
Se sfioro tetti, vette e cieli aperti,
mentre tu dai lo straccio ai pavimenti,
lascia che gli occhi miei ti presti
a patto che con me faccia lo stesso
quando sei tu a passare un bel momento.


Vorrei far quadro che contenga tutti,
giovani, belli e quelli un pò più brutti:
pagina tela che distendo quando
mi assale un triste sentimento,
al fine di rivedere realtà serena
e se realtà non era
almeno come
viveva in quella tela!.

Da Tela di Eràto, e pubblicata nell' Antologia Toscanautori - Poesie e racconti (Ibiskos Editrice, Empoli, 2003).


Ave Maria

Rallegrati!¹

Di sommo Amore
infiammati / oh Tutta Santa.

Tu Donna e Mamma
sorridi serena
e fai corolla
delle spine in corona
e rosari di catena.

Tuo Unico Figlio al nostro riscatto:
il più grande dono per il nostro perdono!


Tu Principessa
Grande Signora
tu sei benedetta
ché nelle tue mani
la vita germoglia,
il nostro domani.
E vita ci dai
donando tuo Figlio.

Tuo Unico Figlio al nostro riscatto:
il più grande dono per il nostro perdono!

Piangerai
Vergine Immacolata
perché donna ideale
e insieme reale.
Nel tuo dolce volto
la Suprema Immagine
si rispecchia e fonde
a serena santità infondere.

Tuo Unico Figlio al nostro riscatto:
il più grande dono per il nostro perdono!


1 "Ave" è la traduzione del greco chaire ("rallegrati").

La lirica, scritta per il duo di artisti orientali Kaoru & Jun, è stata da questi teatralizzata in numerose occasioni presso prestigiose sedi tra cui la Cattedrale di Tokio per la festa religiosa dell'Assunta.


Apparsa anche su Pomezia-Notizie Anno 12 - (Nuova Serie) - n. 5 - Maggio 2004 - e nell'Agenda Poetica Artistica - Omaggio a Giovanni Paolo II (Nicola Calabria Editore, Patti - Messina, 2007).


Estasi panica

Il panorama letterario è costellato di meriggi ed estasi paniche da D'Annunzio a Montale in poesia, allo Zeno sveviano in narrativa: questo perchè ci sono momenti in cui il peso corporeo è vero fardello che si vorrebbe annullare nella contemplazione della natura.

Scissa
nella bava filante del meriggio
che tutto avvolge e tutto appiccica,
non tepore
in questa calura.
Il corpo sosta
e la mente vola.
Si fa pesce azzurro
che dalla maglia più larga
si separa dal gruppo
per rigettarsi viscido
nel flutto.
E’ l’assolo
della goccia sulla foglia:
la battezza tentenna poi tintinna
e fra le altre confonde
la sua linfa.
Infine riarsa
su se stessa s’accascia.
Volo scissa:
nel commiato alla vita
mi dipano.
Salgo scale
senza corrimano per
affacciarmi curiosa
ad ogni piano.
Troppo alto il volo.
Riprendo le mie fila
del discorso,
in questo
esausto
meriggiare d’agosto!


Da Tela di Eràto, e pubblicata nell' Antologia Toscanautori - Poesie e racconti (Ibiskos Editrice, Empoli, 2003).


Isola

Ripara
laddove
mormorio d’acqua
segue
al fragore d’onda,
laddove
sbadigli placano
attese penelopi
estenuanti.

Ritrova
riposo d’orti
all’ombra
di tramonti;

mormora nostalgico
d’Africa i silenzi
o urla
dell’ultimo Natale
spazi urgenti
quando
col tamburar richiamo
dai eco
alla vita!

Da
Tela di Eràto, e pubblicata nell'Antologia Toscanautori - Poesie e racconti (Ibiskos Editrice, Empoli, 2003).


Il Colore della vita

Ho camminato la città
senza te, occhi curiosi:
tutto in bianco e nero.
Non c’era Cocco con Bobo e Balù,
né streghe e fatine per la strada.

Al mio ritorno, poi
mi hai ridato
il colore della vita.

Da
Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002), pubblicata nell'Antologia Toscanautori - Poesie e racconti (Ibiskos Editrice, Empoli - 2003), nell'Antologia del premio letterario "Fonopoli - Parole in movimento 2003 - 2004" (Montedit, Rozzano), nell'Antologia Letteraria Cinque Terre 2001 e in Arte della Memoria.
E' possibile ascoltare questa lirica on-line al sito Il Narratore


Ferragosto a sera

Balocchi sul Persiano
spie di giornata intensa
giocata a tesa mano
in questa data diversa.

Spine di rovo
domani
non intorbidiscano more
raccolte sul cammino
di questo verde agosto.
Sul tuo corpo disteso
la mia occhiata
si stenda
per recare saluto
in questo giorno conchiuso.

Trovi riposo
il tuo giocoso riso,
s’avvolga in nuvola
il tuo fragore ormai fioco.

A giorno altro
sospendi
la tua infanzia e il tuo gioco,
arricchiti di sospiri
in avanzo.

Chiarore nuovo ti rechi
quanto sera ha sopito,
cenere sul fuoco
di questo Ferragosto.

Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002), e pubblicata nell'Antologia Toscanautori - Poesie e racconti (Ibiskos Editrice, Empoli, 2003).


Uomo
(Scacchiera II)


Sagoma di scacchiera
dipana
i troppi fili
che t’imbrigliano l’atto
trasparenti
ma non per questo assenti.

Sul reale varco del quadrato
disegnato, gettiamo
delle nostre membra
il ponte.

L’assenza di colore
si confonde
e offre la sua somma
in alternanza
stilizzando
nell’avorio una speranza…

Ed ecco
scacco
irrompere nella pista
sfruttando il senso
del pipistrello
al buio di una stanza.

Da
Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002), e nell'Antologia del premio letterario "Fonopoli - Parole in movimento 2003 - 2004" (Montedit, Rozzano).

Il lustrascarpe


Prestami i tuoi occhi e
dimmi del lustrascarpe:
una manciata d’anni
secchiello nella destra
una spazzola nell’altra
con vernice nero fame.

Scarpe senza lacci / scarpe
allacci e lustri agli altri
anche se piove
ma altro che carità:
tu a farcela
dignitosa povertà d’ebano.

Da
Nel senso del verso, pubblicata ne Il Laboratorio del Segnalibro, Rivista di cultura e informazione editoriale, n. 15 - Dicembre 2003 - e nell'Antologia poetica Oltre il Confine, e-book di Nuoviautori.org.


Voce in conchiglia

Voce in conchiglia
recami echi
di lontano Ulisse,
dipanati in fusi di Penelope
o avvolti ancora
in rigonfie
conocchie Delie *
abbandonate a riva.

Portami d’Ulisse
gioia di ritorno
l'abbaio felice ad un guinzaglio,
da lunga attesa
nascita d’abbraccio!


(* cfr. Tibullo,
Elegie I, 3, v. 86)


Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata in Vicoacitillo.


Tela di Eràto

Nel fregio che cinge
del tempio la fronte
a scandire il ritmo
sono nove le forme*

Se Clio apre il corteo
Tersicore segue,
poi sfila Euterpe, con Urania e Talia,
Polimnia, Calliope, Melpomene
e infine colei
a dare titolo ai fogli
che prima sparsi
in volume ho raccolti!

(*) Si tratta delle nove Muse raffigurate nel sarcofago romano del Louvre. Solo in età ellenistica e più ancora in quella romana, fu definito il campo specifico di ciascuna di esse, ed Erato divenne la musa della poesia amorosa e della mimica, per rappresentare infine il puro sforzo inventivo.

Da Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata in Vicoacitillo e Senecio.


Pioggia acida sul Partenone

Fidíaca gloria
disgregata in preziosi frammenti.
Figure mutili,
più ancor mutilate
dagli ossidi in acide vesti¹.

Centauri e Lapíti
non in lotta ma uniti
contro la
corrosione
e infine sconfitti dalla "civiltà"²...

si ché rilievi equini d'ellenica arte
cedono il passo
a deturpati cocci!

Dove lo scalpello
che rende la vita?

A quando la fine
dell'acida pioggia?

¹.
Gli ossidi di zolfo e di azoto a contatto con l'acqua delle nubi si trasformano rispettivamente
in acido solforico e in acido nitrico.

².
I paesi più colpiti dalle piogge acide sono, infatti, quelli industrializzati

Pubblicata in Vicoacitillo.


Prologo


Inventar ‘favole’ non è mestiere da poco,
così ho ripreso materia collaudata
facendo come Fedro con Esopo.
Tramutato ho i senari in versi sciolti
con rima o no, molto più disinvolti
anche se servono, me l’auguro davvero,
anch’essi alla prudenza dar consiglio
anch’essi alla tristezza porre freno.

Chi disapprova al gioco stia
di questa mia esuberante fantasia!


Fedro, I, Prologo

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata ne Il Giornalaccio.


Falso pretesto

Dell’acqua unico il corso,
due gli assetati:
intente le fauci potenti
allo sgorgar del rivo,
accusano dall’alto
chi s’abbevera passivo.

Diversamente posti
da contrari intenti mossi
diverse e opposte le sorti.

Cala l’accusa ingiusta
da gola spinta
e d’eco risposta giusta:
<<Non io t’inquino il sorso
che da te a me
segue il suo corso!>>

Ma dall’una all’altra sponda
lesta si sposta la menzogna
per farsi mero crimine
e vergogna.
<<Se non tu, tuo padre
o chi per lui,
comunque non più tu,
che ad annientarti agogno!>>

Ad animo arrogante
si stringa il morso
nell’atto di schiacciare
con pretesto
l’innocente, che il misero
non ha torto né infin rimorso:
a belva certo
non ha tolto il sorso!

Fedro, I 1

Da
Fedro rivisitato (Bastogi, Foggia, 2004) e pubblicata ne Il Giornalaccio.


Dobbiaco in passeggiata

La Valle della Luna
a sera
in due è divisa:
ancora giorno ad ovest,
più buia la salita.

E’ l’ora in cui alle auto
s’illuminano gli occhi
e addobbi e insegne vedi
festeggiare negozi.

E’ l’ora in cui
un rosso di tramonto¹,
candore sposa di pista
per lo sci di fondo
e prime stelle
la tela forano fredde.

L’ora è in cui svettano alti
i monti circostanti
a ricordare calanchi:
solenne orchestra
della vallata in festa!

¹. Al tramonto il Massiccio del Catinaccio si illumina, infatti, di un rosso irreale che sembra il riflesso di un infinito numero di rose, ricordando la leggenda del re Laurino, una delle tante delle Dolomiti.

Da
Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata dall'Associazione Turistica di Dobbiaco nella pagina Community, nel link "Racconti di viaggio".


Inno alla Pace

Ala Colomba
ovatta
delle Ugual Torri
il crollo
e ad una ad una
strappa
le nere penne
al Corvo,
si che alla Pace
guerra
non osi imbrigliare
l’atto
e le tue piume
spargi
a rallentarne
il passo.

Ala Colomba
protendi
la mano bianca
offesa,
si che
conflitto
s’evolva
in Pace, del mondo
a difesa!

Da
Tela di Eràto (Sovera, Roma, 2002) e pubblicata nell'Antologia Poetic@ 2002 - Carello Editore.


San Paolino

Dal Vescovo Paolino
Approdo Santo
a seguito dell'onorato scambio:
al figlio di una vedova
se stesso in riscatto ha offerto
al Vandalo violento.

Con tutti i prigionieri,
festoso rientro ad Oplonti
su navi di frumento...

E Gigli e Gigli e Gigli!

Testo scritto in occasione della presentazione de
I Gigli di Nola nella Sala Baleari del Comune di Pisa il 25 Ottobre 2003.




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