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Chiedo i cerchi
A mio padre
A te parola chiedo i cerchi
del sasso nello stagno
che genera onde di pensiero
«La parola di un poeta è essenza del suo essere.»
A. S. Puškin
PASSI N. 9
SERIE I LIBRI DELL'ASTROLABIO N. 1
<<Lei chiede i cerchi, la misura della circolarità, quei cerchi che lei ha già dentro. C'è solo da separarli e farne scrittura.
Le idee premono, si affollano in punto di uscita, nell'attesa si ordinano come ritmo, forse tentano un suono, e ancora dentro assumono un ordine, poi escono e diventano poesia scritta. Dopo, leggendola, diventano suono e musica>>.
Dino Carlesi
Pontedera, 23 Ottobre 2008
Con gioia e plauso e ammirazione leggo la Sua nuova raccolta di poesie, ora così giocose e gioiose, ironiche e festose, inventive e fascinose.
E' il miglior dono dell'autunno che così si ravviva e si illumina, vincendo piogge e buio.
Le sezioni Acqua d'Arno, Oltre e Sapide parole sono più specificatamente bellissime.
Giorgio Bárberi Squarotti
Torino, 30 Ottobre 2008
Trovo in Chiedo i cerchi un linguaggio denso, teso e per conseguenza una forte tensione etica, che fa della tua poesia una prova matura. La semantica è di per sè già una forma di partecipata realtà immaginativa (che si evidenzia in certi ironici voluti calchi letterari, Campana, Luzi, Montale, ossia della migliore tradizione del Novecento). Ci sono talune analogie di contrazione violenta, che prendono la mente.
CiroVitiello
Napoli, 3 Novembre 2008
La sua è una poesia fortemente novecentesca che indugia sulla scelta di aggettivi che "pesano" sulla parola, dando ai versi il sapore d'antico, un antico che lei ricerca con passione.
Letizia Dimartino
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