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Incontri al Caffè dell'Ussero e Iniziative culturali > Incontri al Caffè dell'Ussero > Incontri al Caffè dell'Ussero di Pisa - Anno 2009
UN LABORATORIO DI TECNICA E DI IDEE
Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume A scuola di poesia (Florence Art Edizioni, Firenze 2009) di Annalisa Macchia.
Il volume di Annalisa Macchia A scuola di poesia, edito da Florence Art Edizioni nel 2009, costituisce un vero documento sulle finalità del fare poesia nella scuola, un utile manuale-laboratorio per capire, spiegare, scrivere, amare questo “tratto forte del nostro orizzonte linguistico”, come definiva Mario Luzi la poesia.
Il volume intende infatti riproporre opportunamente approfondito e ampliato, il laboratorio dal titolo “la poesia non am-mette limiti” condotto da Annalisa Macchia con allievi diversamente abili dell’Istituto I.P.S.S.A.R. Aurelio Saffi di Firenze.
L’articolazione del libro in dodici parti dette incontri non è casuale in quanto dodici sono state le lezioni svolte dall’autrice.
La prima parte tratta un argomento di carattere generale, appunto “Cos’è la Poesia?”, domanda a cui verrebbe spontaneo rispondere con le parole di Samuel Johnson, che è molto più facile dire che cosa non è. In seguito ci si occupa della natura intrinseca della poesia cercando di stabilire, tanto per citare qualche esempio, se sia maschio o femmina o di che colore abbia i capelli.
Tra gli strumenti più utili e funzionali di questo libro sono da evidenziare, nella sezione “I fondamenti della Poesia”, una succinta ma efficace presentazione delle forme metriche nonché, in appendice, un pratico dizionario per la consultazione delle più ricorrenti figure retoriche e delle strutture dei testi poetici.
A scuola di poesia infatti, rappresenta una valida mistura di tecnica ed esperienza sul campo, attraverso l’analisi dei vari modelli di composizione poetica e come questi si sono evoluti, quale ad esempio dalla terzina al sonetto, dalla sonettessa alla canzone, al fine di stimolare la creatività degli alunni.
Il volume è interessante sia perché ripropone esempi tratti sia da testi letterari classici che da brani di letteratura e filastrocche per l’infanzia quali “La vispa Teresa”, come anche della tradizione popolare tra cui “Apelle figlio di Apollo”. Annalisa Macchia annota gli interventi spontanei dei ragazzi, allo stesso tempo ingenui ma anche significativi, in grado di svelare le pieghe nascoste del meccanismo poetico e le percezioni da cui questo scaturisce.
<<Io ripeto la domanda: “Allora, che cos’è la poesia?” Mi sono quasi rasseganata a intervenire al loro posto, quando arriva la prima risposta. “La poesia è leggere cantando”, dice Fabrizio e, a ruota, gli altri continuano. “”Un’emozione”, “Un ritmo”, “Una cosa bella”. Approfitto di questa esplosione di risposte per passare alla seconda domanda. “Che significa fare poesia?” Fabrizio ormai è partito. “Scrivere in giù”, “Imparare a memoria”, suggerisce qualcuno, “Scrivere un sentimento”. Ma cosa sono i sentimenti? Felicità, paura e poi? Un po’ alla volta si fanno strada l’amore, la passione, l’odio.>>
La selezione delle liriche proposte, non segue un criterio cronologico ma tematico. Per analogia e per contrasto l’autrice propone esempi tratti da autori molto noti quali Camillo Sbarbaro, Sandro Penna, Caproni e Saba per dare, oltre all’infarinatura tecnico-teorica, anche un gustoso assaggio al fine di invogliare alla scrittura tramite un ricco apparato fonoprosodico dei testi presi in esame, ben sapendo tuttavia che la poesia non nasce dalle regole come sostiene G. Bruno.
Per concludere un testo molto utile o meglio, per dirla con le parole di Giorgio Bárberi Squarotti, un’opera di cui c’è bisogno per illuminare e innalzare la nostra scuola, non tramite sterili proclami teorici ma con l’attività concreta d’insegnamento.
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