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IL VITALE FLUSSO DI CASADEI

Nota di lettura di Valeria Serofilli a I flussi vitali (Editing Edizioni, Treviso, 2005) di Alberto Casadei.

Apparso in Pomezia-Notizie Anno 14 - (Nuova Serie) - n. 5 - Maggio 2006 -

Un fluire ininterrotto la poesia di Alberto Casadei, vincitore della sezione inediti del Premio Astrolabio Poesia, edizione 2004.
Un movimento continuo ed omogeneo quale solo il flusso inarrestabile del pensiero poetico-creativo sa essere. Non a caso tra le possibili chiavi di lettura la più opportuna è forse quella fornita dall’immagine riportata in copertina, raffigurante uno dei meccanismi attraverso cui si sviluppa il sistema cognitivo.
La divisione in sezioni non ostacola infatti la vitale fluidità del dettato poetico, opportunamente amalgamato dal frequente ricorso di termini tecnico – scientifici, con particolare riferimento a vocaboli concernenti l’area semantica della telematica.
<<Una / rete di simboli e / foreste di email>> si affacciano dal I° movimento, una delle liriche della prima sezione Nel mentre, per <<collegarsi ai siti, dal mouse al browser>> (I° movimento, 8) mentre cellulare o internet sono intesi come uno dei contatti possibili, oltre al saluto o al fumo (II movimento, 14) e ancora <<Duramente toccò il tasto / del Dvd: ed ecco la sua imago / divenne altra da sé>>, come recita la lirica “Plenitudo”, appartenente alla terza sezione La remissione dei peccati.
A mio avviso una delle peculiarità più evidenti del volume di Casadei è proprio il contrasto tra il linguaggio tecnologico recentissimo e marcatamente moderno e quello classicheggiante, come si avverte soprattutto nella citata poesia “Plenitudo”, classicheggiante fin dal titolo e nella quale nell’ambito dello stesso verso vengono accostati il riferimento a uno strumento ipermoderno come il DVD all’imago di foscoliana memoria. Il richiamo è al notissimo incipit della lirica “Alla sera”: <<Forse perché della fatal quiete / tu sei l’imago (…)>>.
Il linguaggio classicheggiante è ulteriormente marcato anche a livello di strutture lessicali e sintattiche quali ad esempio l’anafora (da “Imago” << quando fu>>).
Il carattere attivo del rapporto con la tradizione, l’attualità del passato, la relazione di azione reciproca tra passato e presente. Tale procedimento riporta al “metodo mitico”, alla frantumazione stilistica, al “presente momento del passato” di Eliot, i cui versi non a caso sono riportati ad esergo della sezione Exempla: <<This is the use of memory: for liberation>>. Tecnica condotta alle estreme conseguenze nel suo capolavoro la Waste Land e limata com’è noto da Pound.
Anche in Casadei, come in Eliot, la prassi citazionale può essere inserita nel contesto delle sue riflessioni sul senso dell’eredità letteraria in rapporto al singolo autore.
Ecco che “biologicità”, “canoni fisionometrici”, situazioni e contesti odierni si associano a temi antichi:
<<anofele o mansonia, / portatrice di virosi (…) / e necessaria / gratia dei.>>…<<la joi – zoia – moia>> (da “Plenitudo”).
Per concludere, un esercizio di lingua magmatica e suggestiva questo volume di Alberto Casadei, in grado di custodire la forte presenza di un io poetico, di un flusso vitale che emerge da stagnanti acque di non linguaggio.