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Quei tali (romanzo), Ed. Cursi, Pisa, 1981.

Renata Giambene > Narrativa

NOTIZIE

Tra il 1957- '58, Renata Giambene Minghetti scrisse Quei tali (diario di spiccioli), chiudendo gli ultimi capitoli nel 1963. Quest'opera narrativa fu pubblicata, a puntate, sulla terza pagina del CORRIERE DI SICILIA.

Mario Gori annotò di
Quei Tali; «Sono quadri, figure, ambienti, scorci, colori, motivi orchestrati in un prezioso arazzo, contrastante e vario, dove l'umanità vive, vera e completa i suoi giorni e le sue ore di pena e di gioia. Il brillìo ironico, a volte, di quella tua lente che si muove a guardare e registrare fedelmente quelle scene umanisssime, riesce sempre a determinare un suggestivo contrasto nel breve spazio che resta tra la colata dei sentimenti più buoni e i rigagnoli dei piccoli, giustificati egoismi. Sai bene guardare con occhio sapiente e smaliziato nel povero cuore del mondo».


Catania, 1 aprile I960 - Dal Corriere di Sicilia, il giornalista e scrittore Sandro di Paola: «...È difficile, anche per un grande scrittore, specie agli esordi, conservare intatto attraverso le varie esperienze il proprio linguaggio formale e contenutistico. Renata Giambene è riuscita a tanto; questo, detto in altre parole, significa possedere «stile»: prima ed essenziale dote di ogni artista: Scenette, situazioni, racconti, dialoghi, tutto, è coloritissimo pur non scadendo negli eccessi che sono spesso la conseguenza del colore. Teatro degli avvenimenti è la città con le sue case, le piazze, le chiese, i balconi dirimpettai, le portinerie. I personaggi vivono la loro vita semplice di ogni giorno con un senso di rassegnata bonomia che è nello stesso tempo di commiserazione del proprio stato, oggetto di una venatura di ironia che fa, di tanto in tanto, capolino tra le parole. L'antica saggezza toscana e tutta condensata in questa particolare visione della vita e delle situazioni.... La Giambene, insomma, è scrittrice con la esse maiuscola e accoppia ad una ricchezza impareggiabile del mondo interiore, una dote difficile da acquistarsi: la parsimonia. Il senso vivo di autocritica che la Giambene possiede fa sì che ogni parola, ogni aggettivo siano ben ponderati ed efficaci, senza pertanto dare l'impressione di pedanteria letteraria».
Il diario di R. Giambene è stato premiato alla VIII Ed. del Premio SCANNO 1975, per «Opere di narrativa inedita».



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