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Incontri al Caffè dell'Ussero e Iniziative culturali > Incontri al Caffè dell'Ussero > Incontri al Caffè dell'Ussero di Pisa - Anno 2010
Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume Vespasiano – Un imperatore muore in piedi (Edup Edizioni, Roma 2009) di Gianni Fazzini.
Gianni Fazzini torna a proporci un libro di storia dopo aver dato alle stampe, tra gli altri, un volume dedicato a Filippo Mazzei, Gentiluomo dei tre Mondi, che abbiamo presentato proprio in questa sala con ottimi riscontri del pubblico presente. Come già nei suoi lavori precedenti l’autore romano abbina nuovamente l’indagine storica ad una narrazione gradevole e molto fluida, consona anche ad un romanzo. La sua attenzione stavolta si va a concentrare sulla storia antica in particolare su quella del periodo della Roma imperiale, nello specifico dedicata a un personaggio di notevole rilievo forse meno noto di altri imperatori che sono assurti agli onori della cronaca e della storia.
Con questo suo libro Fazzini rende giustizia a Vespasiano dandoci il senso della sua grandezza senza però scadere nell’agiografia. Di particolare interesse è l’origine sociale di Vespasiano che non era nato nobile ma proveniva da una famiglia borghese, e che grazie alla sua abilità sia di stratega che di diplomatico, riuscì a salire i vari gradini della gerarchia sia in campo militare che politico fino a diventare imperatore.
Come dice lo stesso Fazzini, la sua abilità di condottiero non è preponderante quanto piuttosto il suo sapersi muovere in un mondo di conflitti interni e di congiure grazie alla sua dote più marcata che era il buonsenso.
Questo conferma sia il suo carattere che la definizione più nota, quella di imperatore “borghese”.
Fazzini poi si dedica anche ad alcuni aneddoti che danno un’idea del colore locale del periodo contribuendo a rendere gradevole la lettura.
Nello specifico, l’episodio per cui Vespasiano è più noto, quale la famosa tassa sull’urina a cui è legata la frase Pecunia non olet, oltre a questo, alcuni altri aneddoti meno noti, e iniziative che poi avrebbero avuto una notevole eco nei secoli quali l’inizio dei lavori del Colosseo (72 d. C.) portati poi a conclusione dal figlio Tito.
Per non parlare della frase che conclude sia la vita di Vespasiano che il libro di Fazzini costituendo anche il sottotitolo del volume “un imperatore muore in piedi”(pag. 101 – 3).
Il volume oltre, che di piacevole lettura, è di facile consultazione e risulta suddiviso in molti capitoli e paragrafi ognuno contraddistinto da un titolo che ne riassume il contenuto. In appendice, oltre a un’accurata biografia, troviamo anche una ricca cronologia che racchiude sia gli eventi della vita di Vespasiano che quelli in senso più ampio dell’epoca in cui è vissuto: macrocosmo e microcosmo fusi e intrecciati dagli eventi legati a questa figura di notevole spessore.
Ancora una volta, come già per Filippo Mazzei e Athanasius Kircher, Fazzini ha saputo rendere fresca e attuale la biografia di uomini della storia che spesso sono stati dimenticati o la cui fama comunque ha gradualmente perso di intensità. Ancora una volta l’autore romano ci aiuta a conciliare i fatti storici di impatto globale con le singole esperienze personali di uomini in carne ed ossa che devono confrontare le proprie forze e i propri limiti con gli eventi che si trovano a dover interpretare e fronteggiare (pag. 105 – 7).
In tal modo si unisce la storia con la “s” maiuscola con quella non meno importante costituita dagli eventi personali spesso intrecciati dal fato, ed è proprio la capacità di opporsi o convivere con questi che determina la grandezza dell’uomo, come nel caso specifico di Vespasiano, che, anche grazie alle parole misurate ma nello stesso tempo appassionate di Gianni Fazzini, si dimostra degno di morire in piedi anzi, meglio, di sopravvivere nella memoria dei lettori appassionati di storia e non solo.
Valeria Serofilli
Pisa, 28.05.2010
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