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Saggi e note critiche di Valeria Serofilli
Gianni Caccia, Anselmo, il locomotore color pompelmo (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010).
Nei racconti di Anselmo, il locomotore color pompelmo di Gianni Caccia, già autore di numerose altre raccolte di racconti tra cui La Vallemme dentro nonché redattore di significative riviste, ho trovato quel gusto della scoperta del mondo tramite la meraviglia e la poesia che è cara anche a me.
Di particolare interesse, a mio avviso, è il meccanismo che ha dato origine alla narrazione, quel seguire passo passo le indicazioni dettate dalla fantasia del figlio Francesco, forse alter ego del Galeazzo del libro. Perché, se è vero come dice R. W. Emerson, che il talento da solo non può fare lo scrittore, (e) che ci deve essere un uomo dietro al libro, in questo caso ve ne sono due.
E l’abbinamento tra la spontaneità dell’ispirazione del piccolo genio creativo e la tecnica di Caccia, ha dato vita a storie godibili, scritte per bambini ma apprezzabili anche da parte degli adulti o meglio, da quegli adulti che si sentono ancora bambini.
La ricchezza dei dettagli che l’autore ha saputo fornire contribuisce infatti a rendere nitido il gusto coloristico, le immagini e le situazioni descritte con inventiva e con originalità senza nuocere alla fluidità e all’immediatezza.
Ecco dipanarsi da un racconto all’altro, da un’avventura all’altra, il tema del viaggio tra luoghi di fantasia quali ad esempio la stazione di Carabattole o Portodimare, ma sempre con realismo e misurata verosimiglianza.
Per concludere non posso che invitare Gianni Caccia a proseguire sul terreno della ricerca della parola che ragiona sulla parola, soppesandola e ricreandola, perché, facendo mio il pensiero del Pitigrilli, <<esistono da sempre delle droghe più potenti, più calmanti, più tranquillanti, più allucinogene di tutte le droghe della farmacopea antica e della farmacologia moderna. Queste (…) sono le parole¹>>.
Valeria Serofilli
¹ Pitigrilli, Amori Express. Le droghe miracolo
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