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Amalgama in Valeria Serofilli - La parola e la cura
La nuova silloge di Valeria Serofilli
di Nadia Chiaverini
La nuova silloge Amalgama presentata, insieme ad alcuni versi precedentemente editi, nella monografia "La parola e la cura" rientra perfettamente nel percorso poetico di Valeria Serofilli, cioè la ricerca del senso della poesia, e ne rappresenta una coerente evoluzione.
Personalmente ho apprezzato in particolare le poesie in cui Valeria si dimostra meno algida, più vera, in cui mostra veramente l'anima della sua poesia, come nella sezione MORSI DI PAROLA:
"bevitrice di birra
più o men bionda
ma più d'inchiostro"
e proprio l'inchiostro è una di quelle parole ricorrenti sin dalla poesia che dà il titolo alla raccolta Amalgama, e successivamente in Il cibo dei poeti, Inchiostro e Preghiera del poeta.
Nel verso "vedo oltre/ oltre vado" sintetizza efficacemente il Compito del poeta, che reclama "interminabili spazi / su cui spiegar le vele/del groviglio di parole/che dalla mente/vengono pian piano dipanate".
Pure nella Sezione LA CHIOCCIOLA Valeria si svela maggiormente anche come donna, quando dichiara:
"Ti amo e temo/ E i tuoi mai detti t'amo".
Oppure in Aquilone nano:
"Non rinchiudetemi tra quattro mura…"
"E non chiedetemi entusiasmi legati ad uno spago.."
Ecco, in questi versi sento veramente ancora più vicina la poesia di Valeria, così come la dedica scritta di suo pugno "da donna e poeta a donna e poeta".
A ragione Valeria ha saputo raccogliere l'aureola ed indossarla elegantemente e con una giusta presunzione nella Preghiera del poeta si rivolge al suo editore ed al suo pubblico immenso, dichiarando "quando uscirà/ il mio nuovo libro/ sarò famosa d'erba e nuvole/" e "senza rilegature le pagine/ si spargeranno a mille" / " altrove , ne gusterò il sapore, raccogliendo il frutto del mio trascorso ardore". Augurio caloroso anche da tutti noi, che apprezziamo la poesia.Valeria può dirsi giustamente orgogliosa di questa monografia e di come la sua poetica sia stata esplorata da punti di vista diversi e complementari sia da Gianmario Lucini, direttore della collana " I quaderni di Poiein", che dal prof. Floriano Romboli.
Nella splendida cornice della Villa di Corliano i versi di Valeria Serofilli sono stati efficacemente rappresentati anche dal vernissage di Antonio De Rose: ho apprezzato molto i quadri/scultura di questo artista, il cui colore tenue e delicato si incastonava con concretezza e levità nella pittura e nell'arredamento della sala.
La presenza di un quartetto di lettori qualificati (Rodolgo Baglioni, Ilaria Gaggini, Carlo Emilio Michelassi, Sergio Pieggi) non ha fatto altro che confermare le capacità anche organizzative di Valeria, che in questi ultimi anni ha saputo creare occasioni di incontro tra poeti, scrittori, critici, amanti della poesia e della letteratura in genere, con cui è sempre piacevole confrontarsi.
Nadia Chiaverini
Villa di Corliano, Venerdi 10 settembre 2010
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