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Incontri al Caffè dell'Ussero e Iniziative culturali > Incontri al Caffè dell'Ussero > Incontri al Caffè dell'Ussero di Pisa - Anno 2009
Fabio Troncarelli è nato a Roma nel 1948, laureato in Lettere nell'Università di Roma nel 1970, titolare di contratto presso l'Istituto di Filologia e Storia medievale dell'Università di Salerno (1976-1978) e presso l'Istituto di Paleografia dell'Università di Roma, ricercatore (1978-1987), professore associato di Paleografia e Diplomatica nella Facoltà di Magistero dell'Università di Firenze dal 1987, professore ordinario di prima fascia di Paleografia Latina e Diplomatica presso la Facoltà di Lingue e Letterature Moderne dell'Università di Viterbo.
Il tema della felicità, analizzato da Fabio Troncarelli in questo libro e reso fonte di ispirazione, è un argomento molto trattato nella letteratura di tutte le epoche. I greci, nelle tragedie e nelle commedie, per analogia e per contrasto, hanno utilizzato profusamente questo tema, e molto hanno riflettuto sul rapporto tra felicità umana e fato, tra destino e possibilità di realizzare i propri sogni. Nel modo latino, Seneca, autore cupo ma rigoroso, scriveva "Beatus nemo dici potest extra veritatem proiectus", "Nessuno lontano dalla felicità può dirsi felice". In tempi più recenti, Kant, nelle sue Osservazioni, dichiara che "L'uomo non può essere partecipe della felicità o dell'infelicità altrui fin tanto che non si sente egli stesso soddisfatto".
In questo suo libro, edito da Lepisma nel 2007, Troncarelli sembra aver fatto tesoro di questo ampio repertorio di frasi scritte sul tema della felicità. Le ha assimilate, vi ha riflettuto, per poi però costruire, pagina dopo pagina, un'opera del tutto personale, individuale, basata su esperienze vissute e percepite nel profondo.
Le varie Sezioni del libro rappresentano bene i contrasti interiori che necessariamente nascono quando l'uomo pensa al proprio destino, alla dicotomia tra ciò a cui aspira e ciò che gli è dato avere. In ogni lirica, sia quando nei luoghi visitati nel mondo, emblematici, ricchi di storia e di umanità, c'è questo scontro tra sogno e concretezza. E diventa un luogo quasi concreto, tangibile, anche l'amore, quello ricordato e quello recente, condotto con sé ovunque, nella nostalgia, nello struggimento, nella volontà non sempre possibile di avere accanto l'oggetto del proprio desiderio e della propria tenerezza.
Anche la mitologia e la letteratura rispecchiano questo eterno contrasto. Lo stesso percepito da autori ed uomini dotati di sensibilità ricchissima e tormentata, Tasso, Keats, Saba, Attilio Bertolucci, Togliatti, Adriano Giannotti.
Le traduzioni scelte e proposte con grande cura da Troncarelli sono anch'esse emblematiche, riassumono con parole eccelse il senso di solitudine che si nutre di se stessa eppure aspira a qualcosa di altro, di lontano da sé sebbene necessario. Quasi il tentativo di far combaciare la legge del cielo con la sorte degli uomini, conciliazione complessa, quasi utopica, eppure costantemente, fatalmente ricercata. Perché è vero, per dirla con le parole di Schopenhauer, che "C'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici". Ma senza questo errore, senza questa illusione, la vita stessa non sarebbe ipotizzabile. Tutto ciò è stato ben riassunto e proposto da Troncarelli in questo suo intenso libro. Mostrando che la felicità è sempre, fatalmente lontana, ma evidenziando altresì che la vita, e con essa la poesia, preso atto del dolore e della solitudine, cerca comunque un altrove, la nostalgia di un futuro possibile, una terra felice da sognare, sebbene solo sulla mappa della fantasia.
Pisa, 2 Ottobre 2009
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