Da Terremoto, Raccolta inedita del 2008
Happening terrestre
Preludio
A fratture voragini si aprono Follie di fughe
per rotti margini Si spaccano monti, si spezzano rupi
Sono sradicate querce e pini Venti sono lupi
Davanti c’è una distesa immensa di pietre e fango
C’è il piffero lontano Chi soffia via il fumo
dalle case in fiamme Dindondindondindon
Si trascina case ville la terra La fiumana di fuoco
serpe si solidifica Sul quarzo potrò
camminare E sul mare sono pellicano
Io voce Io eco Io spirito
Vivente distante. Perpetua
sete Primordiale Neppure
l’erba è più.
Finale
I
Incide il viso il silenzio del dolore,
quanto crudele è l’azzurro
e tagliente la bellezza dell’uccello
che becca il mare, l’illusione ci fingeva
benevoli profili: questa offesa
alla vita è il peggiore dei mali, chi può
tornare per mari rovinosi?
È testato il verbo che tormenta
rinnovella: sempre s’apre voragine
al termine dell’azione, se cede
la storia a una raffica di violenza,
se scava detrazioni per singhiozzi
e sfinimenti. Fermo o in cammino
sono un’alga in rete, lo spirito
si dissolve in un rivolo fugace.
II
È febbraio e sembra aprile, dal ramo
riflette il fiore la tua pupilla,
ed io vortico senza mai desistere
dai ritmi di iris e di violette (la tradotta
gira e rigira in ore dissolute):
la verità deforma l’ateo e il fideista
perché nessun obolo ha da dare
né vele da issare; chi viene sulla sabbia
scrive cieco il testamento: “io, perenne
sovversivo, tra ruderi civili ho cercato
Spina e Spora, Dio ed Eco”.
La viltà accomuna gli egoisti
che dissestano circospetti
i manuali di alleanze,
così è finale d’afasia.
III
Sulle foglie desolate passano
le stagioni, la neve imbianca
le cime- pietroso è il corso del cane
quando il caso giace sulla meridiana
senza gnomone. Mentre la
girandola segmenta spazio
e tempo, vedo avidi ciechi due
che si aggrovigliano nel liquido,
siamo noi allo sbando?
Lembo di cielo è chiaro di montagne
quando assommano tempeste,
ed io guardo sopra il mare il naviglio
che ti porta all’isola felice o all’arpa
di Città. Persistente
è la ferita di veloce
devastazione.
CIRO VITIELLO. Nato a Torre del Greco vive a S. Sebastiano al V. È stato redattore di Altri Termini, ha diretto la rivista di letteratura Oltranza, ha collaborato a quotidiani e a numerose riviste, tra cui ES, il verri, Il Laboratorio, ecc. Per Guida ha diretto le collane Poesia Contemporanea (1982-’85) e Poesia Novanta (1992-1994); per Ripostes Poeti Contemporanei (I992-1995). Nel 1998 nelle Celebrazioni leopardiane ha curato un Omaggio a Leopardi e il convegno Novecento e Leopardi. Negli anni 1997- 1998, ha ideato la Borderart, Le Fome Memori, consustanza sintetica di poesia, arte, haphazard, performance, happening a Palazzo Marigliano di Napoli. Ha ideato e diretto per l’editore Tullio Pironti, la Biblioteca della poesia italiana contemporanea, dove ha pubblicato testi di Luzi, Roversi, Sanguineti, ecc.. Per lo stesso editore ha pubblicato la sua Antologia della Poesia Italiana Contemporanea. Nel 2002 ha ideato per l’editore Guida e tuttora dirige una collana dal titolo Idetica, nuova scienza che, in divergenza parallela dell’estetica che appartiene alla sfera filosofica, implica le teorie e le metodologie che i critici, nell’esercizio delle loro funzioni, esplicano nella interpretazione della cosa letteraria. Dal 2009, sempre presso Guida, con Ferroni e Luperini dirige la collana Parole chiave della letteratura. Dagli anni Ottanta ha fatto numerose mostre di poesie visive (Napoli, Caserta, Roma, Milano ecc. ). È stato componente di giuria di alcuni premi di letteratura. Nel 2011 ha ideato e dirige il Premio letterario Corrado Ruggiero, LO SCRITTORE DELL’ANNO con una giuria di grande prestigio. Stanno per uscire due saggi, Psicoanalisi in Letteratura, in USA, e La memoria come l’essere del linguaggio in Leopardi. Ha in corso di stampa il volume Spirito della contemporaneità (la parola poetica come cosmo assoluto della profondità). Ha pubblicato- POESIA: Corpor.azioni (‘75), Ciclica (‘79), Apocalipse quattro(’80), Cantico d’Erugo (‘80), Le resistenze(’83), Didimo (‘83), Suite(‘84), Accensioni(’91), Rapimenti (‘92), Il gioco degli errori(‘94), Baara ( ‘95), Quisquis o delle solitudini (‘96), Origini d’amore (2001), Il male sorgivo (2001); La tenue armonia (2003); Lunedì perduto (2008). Dritto e Rovescio (2012). NARRATIVA: Le voci leggere (‘87), Verso occidente(’87), I due orologi (2003); Malpotere (2009), in preparazione Eugenio Label e gli altri. CRITICA: Teoria e analisi del linguaggio poetico (1984), La logica letteraria (1984), Teoria e tecnica dell’avanguardia (1984 ), Idetica (2002)., Pensare la poesia (2005), Gli spiriti nel presente (Glaux 2006), Carducci, nostro contemporaneo (Bonaccorso Editore 2007). HANNO SCRITTO di lui tanti critici, tra cui Manacorda, Gramigna, Cordelli, Pautasso, Pedullà, Luperini, Reina, Verdino, Di Lieto, Squarotti, Anceschi, Roversi, Maffia, Lanuzza, Zagarrio. L’editore Guida ha iniziato la pubblicazione in sette volumi di tutta la sua attività letteraria e critica