DAI TEMPI di Valeria Serofilli, Ed Puntoacapo, 2013
a cura di Ninnj Di Stefano Busà
Un campionario variegato e interessante il tuo nuovo libro, non c'è alcun dubbio che riporti appieno la tua personalità fertile ed esemplare per una sorta di rispecchiamento di un luogo, di un tempus fugit che sono il complesso itinerario umano, fatto di alti e bassi, di altalenanti, allusive acrobazie, di lotte, di processi interiori, di strane eppure feconde visioni, di sogni, di alchimie, di assenze e presenze che ne determinano il gravame o il conforto interiore di una personalità molto versatile.
Nei tuoi versi continuo a riscontrare una suggestione lirica molto forte che sa coniugare una intrinseca vitalità con l'autenticità delle emozioni.
La vena poetica è preservata da una sorta di celebrazione del senso della vita: nella tua poesia vi è un lirismo asciutto, moderno che talvolta si lascia andare ad assaporare elementi della natura in differenziati scandagli, in ricerche della parola come se dai riflessi d'anima dovesse (ri)nascere l'irrequieta speranza del disgelo, una possibilità ad intrecciare tematiche diversificate, ma atte a raggiungere un lirismoin atmosfere lievi, come a vivacizzare la celebrazione di un linguaggio in cui dal difficile crinale del dolore o della perdita si passi ad un tempo che dell'anima traduca tutta la suggestione. Così tu nutri la gioia della vita, l'intonazione fluida e commovente di una struttura verbale come vita che torni al suo pensiero naturale e lo contempli con rinnovata sapienza, come di chi sa aprirsi all'emozioneun abbraccio universale, dove confluiscono i sentimenti dell'uomo, le sue gioie, o suoi dolori, connotati da forte tensione che va a sublimare una sorta di epifania dell'anima.
Esemplari a mio giudizio sono i bellissimi testi: La sveglia, Halley, Preghiera del poeta e il racconto dedicato alla madre che riflette una situazione di disagio psicologico dovuto all'età, ma anche alle mutate condizioni esistenziali che non permettono più grandi voli senza paracadute: una condizione di precarietà comune a chi si sente smarrito fuori dal guscio della propria dimora, che diventa un punto fermo, un baluardo e una difesa alle temperie del mondo...alle incognite!
Ninnj Di Stefano Busà
Giovedì, 22 Agosto 2013
VALERIA SEROFILLI: Dai tempi – ed. puntoacapo Editrice – 2013 –
L’abbraccio della memoria percorre la parabola in un vortice abilmente colorato, sia per le metafore che si avvicendano pagina dopo pagina, sia per le allusioni che stringono nelle apparenze della vita quotidiana. Il ritmo della Serofilli ripete nel tempo quel lievito che ogni sguardo dovrebbe accettare come musica del verso, interrotto dal segno , impastato di novità. Lo smarrimento palesa il filo della ricerca in un gioco elegiaco che riesce a ricucire tempi diversi e interrogazioni amalgamate. La narrazione è sospesa al fiato corto della lettura, in una scarnificazione che mette in rilievo il valore logico e riconosciuto delle immersioni fenomenicamente immaginate. Le pulsioni si giocano fra testimonianze inaspettate, rivelazioni quasi sempre fulminanti, e la disparità delle frequenze scommesse non cerca l’aria per respirare ma è l’aria da respirare, anche se la cometa è appesa a un filo e difficilmente riuscirà a coinvolgerci. Attraverso una forma vaga di diario il sogno viene vissuto come passato / presente attualizzato ed i preziosi frammenti sparsi come un mosaico, come memoria involontaria, sono spontanee illuminazioni che sorgono dall’inconscio attraverso la via dei sensi. Cardine di una operazione letteraria, svolta con passione radicata, è la misura equilibrata in relazione agli elementi della retorica e del proporsi, una continua tensione a livello linguistico, nella quale l’autrice tende a richiamare canoni tradizionali fusi nella sperimentazione del riflesso alle distinzioni.
ANTONIO SPAGNUOLO