Nota di lettura(.pdf) di Valeria Serofilli al volume Sette Notti Otto Giorni (ArtEventBook Edizioni, Perignano-Pisa, 2011) di Rosa Galli Pellegrini.
Abbiamo oggi il piacere di ospitare ancora una volta Rosa Galli Pellegrini, docente, autrice e traduttrice con cui si è creato un proficuo rapporto di collaborazione, oltre che di amicizia.
Nella precedente occasione ci siamo occupati della sua poesia, più specificatamente del libro Impermanenza, edito da Bandecchi e Vivaldi nel 2008. Oggi dedichiamo invece la nostra attenzione all’altro versante altrettanto significativo della sua produzione letteraria vale a dire la narrativa, in particolare il suo romanzo Sette Notti Otto Giorni edito da ArtEventBook nel 2011.
Già l’elegante veste grafica sembra aprire una finestra sulla realtà osservata e descritta dall’autrice, ricca di suggestioni, con figure stagliate sulla linea che unisce terra, cielo e mare, evocando immediatamente suggestioni ricche di fascino ma anche ponendo interrogativi riguardo lo svolgimento della vicenda narrata. E’ possibile creare un collegamento tra i due libri di Rosa Galli Pellegrini di cui ci siamo occupati, vale a dire un continuum tra l’espressione poetica e il volume qui oggi presentato.
Possiamo infatti osservare che pur essendo Sette Notti Otto Giorni un volume autenticamente narrativo per la capacità di proporre con fluidità accadimenti desiderati e vissuti, contiene sia nella descrizione dei paesaggi che delle vicende umane, impressioni d’impronta lirica per l’eleganza descrittiva e per la capacità evocativa.
Per citare alcuni esempi possibili si vedano a questo riguardo le pagine 90 e 94.
Tuttavia l’approccio è molto esplicito, basato su oggetti e situazioni concrete presentate in modo immediato affinché il senso e l’atmosfera emergano dai dati di fatto più che da riflessioni e considerazioni esterne dell’autrice o dei personaggi.
L’impronta è quella di un diario di viaggio sia nei territori geografici che dell’anima, nel senso di un percorso di formazione e di conoscenza dentro e fuori se stesso attraverso il motore primo per antonomasia quale l’amore.
Trattandosi di una trama molto complessa e ricca di intrecci, di personaggi, luoghi e incontri, non è il caso di dilungarci e di offrire troppi spunti dettagliati riguardo alla trama, anche per lasciare al lettore, passo dopo passo, il piacere della scoperta. Ci limitiamo a citare il personaggio di maggiore rilievo quale il pittore turco che la protagonista incontra periodicamente a Istambul e sulla cui frequentazione si innesta lo svolgimento della trama che prevede anche la scoperta progressiva della città.
Istambul diviene anch’essa in qualche modo protagonista, così come la nazione turca, allo stesso tempo moderna ed europea ma anche legata ad altri modi di vita e filosofie esistenziali (p. 27). Tramite queste interazioni complesse di attrazione e contrasto, si svilupperà quella che può essere definita in senso ampio una vicenda giallo noir, anche grazie ai numerosi indizi sparsi nelle pagine del volume che il lettore dovrà accogliere e definire per poi arrivare a costruire autonomamente il finale della storia lasciato volutamente aperto dall’autrice.
Un finale che si ricollega all’inizio, come in una ring composition e, come detto, necessita dell’interpretazione del lettore per essere in qualche modo decifrato (pp. 118 -119).
Come già a suo tempo riscontrato nel volume di liriche Impermanenza, l’approccio dell’autrice è intensamente femminile.
Per concludere questo romanzo di Rosa Galli Pellegrini ci aiuta dunque a conoscere meglio il suo orizzonte espressivo e anche la mentalità di un paese allo stesso tempo vicino ma anche ricco del fascino della scoperta, perfettamente funzionale ai misteri contenuti nella trama.
Ci aiuta a conoscere, non da ultimo, l’universo femminile con le sue complessità e l’intensità del sentimento che gli sono proprie.
Valeria Serofilli
Caffè dell’Ussero di Pisa, 2 Marzo 2012