Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume
Sapienziali (Puntoacapo Edizioni, 2010) di Gianmario Lucini.
Il volume di Gianmario Lucini edito da Puntoacapo editrice nella collana AltreScritture si caratterizza per la struttura complessa e polivalente, suddivisa in due parti distinte e tuttavia in qualche modo complementari.
La prima parte del libro si basa "laicamente" sulla Bibbia: i cinque libri sapienziali, tutti scritti in poesia, creando in tal modo un'interessante sovrapposizione di scritture, linguaggi e significati.
La seconda parte del libro ha per titolo Scirocco ed è invece incentrata sul meridione d'Italia e tratta il tema della mancanza di libertà e dell'esistenza inumana nei luoghi di mafia.
Come detto quindi si tratta di due sezioni chiaramente distinte e ben identificate per le quali però si può trovare il comune denominatore della ricerca di spiritualità e del significato profondo dell'esistenza.
Com'è già possibile intuire da questa prima trattazione e descrizione, il libro è complesso e ricco di significati che vanno al di là della pura e semplice effusione lirica, puntando l'attenzione piuttosto sull'impegno civile inteso nel senso non formale e retorico ma decisamente concreto e fattivo.
L'immagine di copertina è significativa in quanto raffigura un educatore che nel suo atteggiamento di riflessione sembra collegare le due sezioni del volume. Figura maschile che può rappresentare sia Don Milani che l'autore stesso o altri educatori, che hanno dato con il loro esempio e il loro sacrificio un significato alle parole. Non è un caso infatti che la parola educazione derivi da e-ducere, che significa condurre fuori, quindi liberare, fare venire alla luce qualcosa che è nascosto. Si intende il processo attraverso il quale l'individuo impara quelle regole di comportamento che sono condivise nel gruppo familiare e nel più ampio contesto sociale in cui è inserito.
Tuttavia in alcuni casi educazione è scoprire la vera libertà, a volte anche in contrasto con quelli che sono certi stili di vita esaltati da alcuni strati della società. In tal senso è utile fare riferimento ad educatori che sono andati controcorrente come Don Milani stesso che ha pagato a proprie spese il desiderio di un'educazione profonda, nel senso della vera libertà e dell'autentica giustizia. E' possibile in questo contesto fare riferimento anche alla biografia dell'autore in quanto Gianmario Lucini nel 2008 e nel 2009 ha operato presso l'Associazione Don Milani di Graziosa Jonica in qualità di volontario, aggiungendo agli impegni culturali la sensibilizzazione sulle problematiche delle mafie.I temi biografici fin qui trattati si riflettono alla perfezione anche nel testo delle varie liriche. Molti sarebbero i passi significativi ma lasciando al lettore la lettura integrale del volume, mi limito a citarne alcuni iniziando da quello tratto dalla lirica Visione, in cui alla fine del secondo brano l'autore afferma:
<<C'è un tempo per il dolore e uno per la speranza
e fra di loro il tempo dell'attesa e dei fantasmi
che necessita di calma e di prudenza
curando che la fiamma non si spenga,
non ci sorprende l'alba
falene rinsecchite nella brina.>>.
Le sensazioni fondamentali sono appunto la presa d'atto della negatività e difficoltà della situazione ma anche la volontà di superamento tramite la speranza. Tutto ciò si rispecchia anche nella sezione successiva Scirocco in cui a pag. 65 della lirica Colpa di nessuno l'autore propone anche una sorta di suo autoritratto:
<<So di essere un poeta indisciplinato
e scrivo versi brutti raccontando le brutture
so d'aver deviato
dileggiando i canoni estetici:
scrivo corsaro e veloce in prosa
versi che mai avrei voluto scrivere
se altra fosse stata la coerenza
fra l'ideale e l'esperienza>>.
Di particolare interesse sono qui gli ultimi tre versi, nei quali l'autore sottolinea la distanza tra l'ideale e l'esperienza: tra questi due termini opposti si colloca a mio avviso il significato dell'intero libro nel tentativo di far combaciare il reale con il concreto. In Sapienziali con molta genuinità e schiettezza Gianmario Lucini ha messo in evidenza soprattutto il divario tra ciò che si riesce a fare e ciò che si vorrebbe fare, specialmente per un educatore come lui che si è impegnato nel civile.
Non a caso sono collocati nella parte finale del libro versi che testimoniano alcuni momenti di sconfitta (quale la morte di alcuni personaggi che hanno lottato per la giustizia e il miglioramento) ma anche la volontà di proseguire attraverso la testimonianza e l'ulteriore ricerca veicolata anche dalle parole di questo piccolo scrigno.
Valeria Serofilli
Villa di Corliano, Rigoli
San Giuliano Terme, 10 Dicembre 2010