Nota di lettura(.pdf) di Valeria Serofilli al volume Rosso profondo (Zona Editrice 2015) di Cristina Lastri Il titolo della raccolta di Cristina Lastri, pubblicata per i tipi di Zona Editrice nel 2015, ha immediate capacità evocative: richiama il titolo di un notissimo film, Profondo rosso. Ma qui, e non è casuale, c'è un significativo ribaltamento, qui è Rosso profondo, e non si tratta solo di un rovesciamento linguistico. C'è, soprattutto, un segno opposto per quanto riguarda la tematica. Se da un lato si parlava di orrore e paura, in questo caso è protagonista l'amore, in senso ampio. Si parla di amore in tutti i toni, nella gamma completa delle sue sfumature, e il riferimento “coloristico” ci porta in un ambito fondamentale, quello della pittura. Se già la copertina, vivacissima, accesa, ci offre un primo ed immediato indizio, è la lettura del libro a mostrarci come Cristina Lastri abbia efficacemente unito, sovrapposto ed accostato l'arte e la scrittura poetica all'esplorazione, allo studio e al significato profondo dei colori.
Ogni composizione di questo libro è assimilabile ad un quadro con i chiaroscuri, i punti, gli sfondi, i particolari e i dettagli, ben attenendosi al principio oraziano dell'Ut pictura poesis. Gli ossimori, i contrasti linguistici, sono come colori di natura diversa che si incontrano sulla tela dando vita a significati e sensazioni complesse. Attraverso le poesie di questo libro, potremmo dire attraverso questi quadri fatti di parole e versi, l'autrice ha composto una specie di autoritratto di se stessa, in cui ha rivelato memorie e speranze, ombre e luci, forza e fragilità. Ma soprattutto la forza, quella che si trova nella volontà di cercare sempre, a dispetto di tutto, quell'amore di cui si è detto, quel rosso profondo che è una passione non effimera ma consistente e ricca di sostanza.
Il libro è arricchito anche da preziose foto a colori di opere d'arte pregevoli e significative, scelte ad abbinate ai componimenti. Si crea in tal modo una sinergia assoluta. Le parole si riflettono nelle forme e nei colori e viceversa, in un rapporto che non determina semplicemente una somma di due diverse arti ma un intersecarsi di livello più ampio, da cui si genera un racconto complesso di esperienze e sensazioni in cui il lettore può riconoscersi, confrontando il suo personale percorso con quello evocato dalle parole, dai quadri e dalle sculture. Un libro dunque multiforme e interessante, la cui lettura implica e chiama in causa vari sensi e vari livelli di interpretazione, umana ed artistica.
Valeria Serofilli
Caffè dell'Ussero di Pisa, 27 Ottobre 2017
Con questa nuova raccolta di poesie dal titolo Notturni edita da Terre Sommerse di Roma e prefato da Silvana Kühtz, il poemusico Vincenzo Mastropirro compie un passo ulteriore nel campo poetico e nei componimenti in dialetto, nello specifico nella lingua di Ruvo di Puglia.
Il volume si articola in quattro sezioni suddivise a loro volta in notturni, notturni bisbigliati urlati e masticati. E’ quest’ultima sezione interamente dedicata alla scrittura nella lingua di Ruvo di Puglia.
Una poesia che fa riferimento all’attualità (si pensi al caso Cucchi) e alle questioni ecologiche così da porsi come una vera scrittura di denuncia, come ha scritto recentemente Marino Pagano in un bell’articolo da lui curato.
Valeria Serofilli
Caffè dell'Ussero di Pisa, 27 Ottobre 2017