Nota di lettura (.pdf) di Valeria Serofilli al volume Sulla rotta delle balene (Armando Siciliano Editore, Messina 2012) di Marco Rodi.
Interamente giocata su tre poli, l’ispirazione che muove la recente pubblicazione di Marco Rodi Sulla rotta delle balene, edita per i tipi di Armando Siciliano Editore nel 2012.
Tra realtà e immaginazione, questi sono: un viaggio reale dell’autore all’isola d’Elba, dove l’incontro con una giovane cameriera albanese e l’avvistamento delle balene che attraversano il tratto di mare antistante, fanno scattare nell’autore l’ispirazione del romanzo qui oggi presentato.
Anche i piani temporali sfalzati si pongono a ulteriore indizio del meccanismo narrativo proprio di Rodi, che ricorre a flash back e anticipazioni in una proficua alternanza di realtà e fantasia. In quest’ottica è particolarmente significativo l’esatto riferimento cronologico riportato proprio nel prologo, ove la data “Isola d’Elba, maggio 2030” proietta la vicenda in uno scenario futuro.
Un futuro inaspettatamente roseo e positivo, in cui uno dei personaggi femminili di maggiore rilievo torna all’isola, dove si trova a confrontare la sua memoria presente con il passato.
Torna al luogo dove aveva vissuto momenti particolarmente crudi, riscattati però in maniera inattesa dal superamento dei momenti di violenza subiti, ritrovando un mondo di serenità, nella fiducia attraverso una figura maschile che si rivela positiva e sincera. Trattandosi di una trama complessa e ricca d’intrecci, di personaggi e incontri, non è il caso di dilungarci e di offrire troppi spunti dettagliati riguardo alla trama anche per lasciare al lettore, passo dopo passo, il piacere della scoperta.
E’ necessario limitarsi a dire che pur non essendo un saggio, questo romanzo di Marco Rodi contiene molti riferimenti alla realtà, purtroppo sempre attuale e che l’autore, per poter rendere più credibile la narrazione, ricorre volutamente ad un linguaggio crudo e realistico, del quale si scusa nella nota introduttiva:
<<Dato il particolare contenuto di questo lavoro, sento il bisogno di scusarmi con i lettori, ma soprattutto con le lettrici, per il linguaggio e la crudezza che ho ritenuto importante usare nel descriverne alcune parti. Tale scelta potrebbe toccare la sensibilità di coloro che mi leggono.
Ho solo cercato di calarmi, nel modo più realistico possibile, nei panni di certi personaggi e immaginare determinate situazioni. Nonostante ciò, temo purtroppo che la mia fantasia sia stata di gran lunga inferiore alla realtà.>>.
L’utilizzo di questi vocaboli espliciti di cui parla Rodi, trova una sua giustificazione nello scopo di poter dare testimonianza di una piaga sempre attuale della nostra società. (Per citare alcuni esempi possibili si vedano a questo riguardo le pagg. 49– 54). Tuttavia non trattandosi di un saggio ma di un lavoro narrativo l’autore si può concedere il lusso di proporre a chi legge il finale positivo di cui si è fatto cenno precedentemente, allo scopo di lasciare spazio alla speranza che questa realtà possa modificarsi, anche grazie alla scuola che ha lo scopo d’informare i giovani sulla realtà descritta magari attraverso lezioni specifiche nell’ambito dei programmi scolastici. (Si confrontino in particolare le pagg. 201 – 204)
La trama del libro si sviluppa <<dalla Moldavia alla Toscana, in una spirale di avvenimenti che lasciano con il fiato sospeso e con il cuore serrato in una morsa di emozioni colme e contrastanti, il cerchio del destino, a distanza di anni, va a chiudersi nel paradiso ameno ed incantevole dell’isola d’Elba, in quel tratto di mare incontaminato dove, fra i flutti, si scorgono, quali saluti ad amici eterni e lontani, gli spruzzi delle signore del mare, proprio là, sulla rotta delle balene>> come rileva Silvia Micozzi nella motivazione per l’assegnazione del Premio letterario Città di Martinsicuro, uno dei tanti riconoscimenti ottenuti da questo volume.
Per concludere, questo romanzo di Marco Rodi ci aiuta a conoscere meglio il suo orizzonte espressivo, ponendoci di fronte ad una narrativa originale che fa di lui una voce riconoscibile nel panorama letterario contemporaneo. Una voce in grado di richiamare l’attenzione sui problemi coevi senza dimenticare la levità e l’inventiva propria dell’affabulazione.
Valeria Serofilli
San Giuliano Terme, Relais dell’Ussero di Corliano 11 Maggio 2012