Nota di lettura(.pdf) di Valeria Serofilli al volume Il Buio e la Farfalla (Giovane Holden Edizione, 2016) di Paolo Stefanini.
Dal titolo emblematico Il Buio e la Farfalla, la recente pubblicazione di Paolo Stefanini per i tipi della Giovane Holden Edizioni, ad indicare non solo due sezioni distinte, ma anche due stati d’animo che l’autore modula adeguatamente, muovendosi sia su note più basse e cupe che su quelle brillanti, a lui estremamente consone.
Il libro spazia tra ricordi e presente, realtà e fantasia, abbinando episodi storici particolarmente significativi, tra cui riferimenti a famose battaglie della storia e anche alla Guerra di liberazione, in cui chiama in causa il suo antenato partigiano:
Grazie lungo
di fronte alla barbarie dei nazisti
non ti facesti asilante, migrante
in Svizzera, Inghilterra o in Argentina
pria, seconda o terza classe
di rifugio e salvezza.
(…).
(dalla lirica Lungo, nome di battaglia del partigiano Sergio Stefanini)
Sempre in questo ambito, devo dire che ho personalmente molto apprezzato la lirica Ritorno al Carso ispirata al mio testo Nel senso del verso contenuto nell’omonima raccolta edita da ETS di Pisa nel 2006:
Ricordo cominciare un tempo alterno
facit saltus talora
non la natura, ma la vita certo.
E il fronte avanza.
Scavi nuove trincee.
Da quel dì quella notte quel momento
più niente è come prima
e se ti volgi indietro a rovistare
i tuoi vecchi sentieri appena scorgi
che l’erba va coprendo e il vento spazza.
Avanti solo avanti!
(…)
(dalla lirica Ritorno al Carso)
Come opportunamente rilevato da Roberto Pazzi nell’accurata prefazione al volume, Stefanini ha il dono della musicalità che gli permette di produrre degli endecasillabi pressoché perfetti. Non si tratta tuttavia di mero estetismo ma di un modo per dare forma alla propria fantasia in maniera efficace e armonica.
La farfalla è un animale simbolico per eccellenza, in quanto la sua naturale metamorfosi si può assimilare alla trasformazione spirituale dell’uomo e alla sua riflessione sul significato gnoseologico della propria condizione esistenziale.
Ecco che la Farfalla, contrapposta al Buio, incarna dunque ciò che di lieve, libero, positivo e gradevole possa offrire la vita. Tale immagine non esclude tuttavia il senso dell’effimero, rappresentato dal battito delle ali simile a quello delle ciglia sulle gote di un viso:
Con tenerezza propria dell’amore
t’ho tenuta farfalla tra le mani
per un attimo luce imprigionata
e t’ho sentita batter le tue ali
come batter di ciglia sulla gota.
Nell’ immagine del palpito d’ali è contenuto però anche il senso dello scorrere rapidissimo del tempo e dell’esistenza umana.
Ma “la farfalla non conta i mesi: per questo il suo breve tempo le basta”, come recita la brevissima ma suasiva poesia dello scrittore indiano Tagore, Nobel 1913. Metafora che può diventare la base di partenza da cui iniziare il percorso di riflessione sulla soggettività della percezione.
Quasi a dare la forma e il ritmo ad un attimo che contiene in sé tutto il mistero della bellezza della vita. Mistero che Paolo Stefanini coglie in ogni sua poesia sempre in modo personale, originalissimo e ben riconoscibile nel panorama letterario attuale.
Questa pubblicazione di Stefanini conferma ulteriormente che la poesia non ha bisogno di elucubrazioni astruse né di complessità fini a loro stesse per riuscire ad avvicinarsi al mistero della bellezza e agli argomenti più spinosi ma allo stesso più affascinanti: il tempo, il senso della vita, l'amore. La poesia ha in sé le due anime contrapposte: il bruco e la farfalla, la cecità e la luce. Il passaggio dall'uno all'altra, dal dubbio alla consapevolezza, dal vuoto alla comprensione, spesso è racchiuso in un verso, un accento, un battito. E Stefanini ha intuito, per istinto e grazie all'esperienza, che la chiave è nella leggerezza, nella capacità di sfiorare il senso e il sentimento senza porvi sopra un peso che lo snaturerebbero e lo renderebbe materia inerte, dominata dal buio. La sua ricerca della luce è sempre contraddistinta da una lievità piena di solidità e di sostanza.
Valeria Serofilli
Caffè dell’Ussero di Pisa, 14 ottobre 2016