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Ivano Mugnaini: Dai tempi di Valeria Serofilli

Le Opere > I Quaderni dell'Ussero (Poesia)
I Quaderni dell’Ussero – Valeria Serofilli, Collezione Letteraria di puntoacapo, Novi Ligure, 2013

La raccolta inedita “Dai tempi” di Valeria Serofilli pubblicata all’interno del volume appartenente alla collana “I Quaderni dell’Ussero” da lei curata, è un ulteriore e coerente tessera del mosaico espressivo dell’autrice. Il termine mutuato dalle arti figurative appare consono e coerente nel contesto specifico del libro per varie ragioni. In primo luogo per la natura composita del volume, costituito da differenti componenti: poesia, narrativa, testi con traduzione a fronte, note critiche e varianti di uno stesso testo, proposto nelle diverse redazioni, in un mutamento progressivo che conduce alla versione definitiva.
Il riferimento al mosaico è tuttavia funzionale anche al rafforzamento di quella immediatezza fotografica che rappresenta il primo impulso del poieo dell’autrice. Quella sua aderenza al motto “ut pictura poesis” già ampiamente messa in pratica in altre sue raccolte edite nel corso degli anni, in particolare “Tela di Erato”, ma anche altre, sia più recenti che distanti nel tempo.
Anche nelle liriche della raccolta “Dai tempi” la Serofilli fa subentrare a questo input iniziale una seconda fase, puntuale, seppure proposta in maniera differente, in alcuni casi in modo esplicito, in altri allusivo, ironico, indiretto. Questa fase ulteriore è quella del ragionamento, della riflessione. Il raziocinio comunque non annienta la sorpresa, l’emozione. La incanala, semmai, la fa fluire in un alveo che è costituito anche dalla terra e dalle pietre del reale. È fatto anche di tempo e di verità. Per sintetizzare il tutto potremmo utilizzare due versi tratti dalla lirica “Lettera a mio padre”: “Qui nell’aria una strana dolcezza/ non è certo tutto quel che resta”. Il prima e il dopo, l’innocenza e la scoperta della ferita del vero. Ma il ragionamento non annienta mai del tutto il sentire: “Ho in me il tuo abbraccio/ astratto, ma non per questo meno caldo”.
In questo volume agile ma multiforme e in qualche modo antologico la Serofilli riassume il suo percorso. Sia nelle liriche della raccolta sopra citata sia nei brevi racconti di cui è autrice ripercorre passato e presente, sogno e memoria. Chiama in causa uno a uno gli istanti, gli incontri, le persone del suo mondo sia di donna che di autrice. Le radici familiari, innanzitutto, i genitori, con l’affetto profondo, le contraddizioni, i dolori ma anche la tenacia di un legame che resta vivido a dispetto di tutto. Vivido come l’immaginazione, vera protagonista del racconto “Qui c’è il sole”, in cui il personaggio che rappresenta la madre pur non potendo uscire dalla casa per problemi di salute riesce a percepire il mondo esterno tramite la memoria e in tal modo riesce a trasmettere il calore di un sole solo sognato ma nitido e tenace.
Questa stessa nitidezza è possibile percepirla nelle liriche e nei racconti dedicati al figlio, i rami dell’affetto che crescono rapidi esplorando l’aria e nuovi tempi. Lo stesso vale per le liriche il cui cardine è l’amore, attrazione che, spesso espressa partendo da modelli classici o riferimenti letterari, acquista poi una propria impronta personale tramite un verso, un dettaglio.
Come già annotato in precedenza questo volume contiene una sezione a parte riservata alla varie stesure di alcune liriche particolarmente care all’autrice e già pubblicate in altre raccolte tra cui “Eclisse” e “Preghiera per la pace”, depositate al Centro di documentazione sulla poesia contemporanea Lorenzo Montano di Verona. Ciò conferma l’impronta attribuita dalla Serofilli al percorso della genesi poetica, e ribadisce, in un’ottica più ampia, il carattere multiforme del volume in oggetto.
Una raccolta interessante, così come interessante è il Quaderno nel suo complesso, anche per la sua natura non definitiva: proprio per la capacità di far presagire nuovi sviluppi e ulteriori varianti e traiettorie differenti che partono dai sentieri già percorsi. Così come, facendo riferimento alla lirica “Ab ovo”, da un antico guscio può nascere nuova vita, espressioni fresche in grado di rifarsi ai tempi andati, generandone di nuovi.
Ivano Mugnaini


 
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