Venerdì 19 Maggio 2017 - Valeria Serofilli incontra l'autrice Giuliana Donzello con particolare riferimento al volume Scritti d'Arte (critica) e Ivano Mugnaini incontra l'autrice Roberta Pelachin con particolare riferimento al volume Passioni inquiete o dell'Amore (poesia). - Home Page di Valeria Serofilli

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Venerdì 19 Maggio 2017 - Valeria Serofilli incontra l'autrice Giuliana Donzello con particolare riferimento al volume Scritti d'Arte (critica) e Ivano Mugnaini incontra l'autrice Roberta Pelachin con particolare riferimento al volume Passioni inquiete o dell'Amore (poesia).

Incontri al Caffè dell'Ussero di Pisa > Incontri Letterari 2017
Giuliana Donzello, Scritti d'arte studi, profili, recensioni, Aletti, Villanova di Guidonia, 2016.
Non è agevole sintetizzare o riassumere in astratto la natura specifica di questo volume di cui è autrice Giuliana Donzello. In primo luogo perché si basa su una “materia” che ha di per sé un suo linguaggio specifico  e necessita di un supporto autonomo, una visione, intesa sia come sguardo che come proiezione di un'idea, un mondo, su una tela o nelle forme plastiche di una scultura. Non è facile neppure perché le varie recensioni proposte nel tempo dalla Donzello su artisti a lei cari e con cui ha interagito sono organismi completi, da cui non è facile estrapolare una parte senza snaturare l'insieme.
Quello che è possibile fare è tracciare una mappa delle impressioni che il libro suscita alla lettura. Prendendo come punto di riferimento i tre ingredienti, le tre coordinate nel titolo del libro, è forse possibile trovare una strada per entrare nel mondo espressivo dell'autrice. “Studi”, innanzitutto, con tutta la sacralità che tale parola evoca. Lo studio presuppone attenzione, cura, gusto della scoperta dei dettagli, delle sfumature in apparenza piccole che però danno un quadro completo dell'insieme. La passione è alla base dello studio. E con essa, conseguente, affiancata, la competenza che dallo studio nasce e ad esso ritorna.
“Profili”, in seguito. E profilo è un'altra parola del tutto adeguata. Un profilo non ha la pretesa di tracciare la totalità. Si limita per forza di cose  a fornire un'idea che poi il lettore, o il visitatore di mostre e gallerie, dovrà poi integrare facendosi un'idea propria.
“Recensioni”, infine: e qui il termine implica una presa di posizione, un parere, un punto di vista.
Questo libro è tutto questo e anche una piccola ma significativa antologia artistica di alcuni esponenti artistici degli ultimi anni.
L'elenco degli artisti inclusi sarebbe lungo ed è giusto lasciare ai lettori, soprattutto a quelli esperti, ma non solo loro, il gusto di scoprire passo passo i personaggi inclusi che sono stato oggetto dell'attenzione della Donzello.
È giusto ricordare, anche facendo riferimento all'epigrafe del libro, Gabrio Ciampalini, alla cui memoria è dedicato il libro, artista impegnato, in tutti i sensi, a cui Giuliana Donzello oltre all'epigrafe dedica varie pagine intense e sentite.
Facendo riferimento alla nota introduttiva, si può anche sostenere che questo libro è anche un modo di legare l'arte del passato alle tendenze contemporanee: “Anche l’abbandono della rappresentazione come metafora (paesaggi e natura morta), o il suo recupero per mezzo di linguaggi nuovi riscattati alle moderne tecnologie, espone l’arte a ricercare vie di senso che abbiano un’alta competenza nel fare. Ben venga dunque un incontro confronto tra voci e immagini di ieri e di oggi, per una dialettica che apra ai giovani e ai meno giovani, in nome dei valori universali dell’arte, dove spazio-tempo confluiscano nell’ora presente di una visione non solo mentale”.
Ci sono inoltre valutazioni, anche ironiche, sulle modalità spesso bizzarre del moderno “mercato artistico” poste a fianco a considerazioni a più ampio raggio: “Il senso è una struttura forte e densa di significati, rende comprensibile in ogni angolo della terra e ad ognuno l’opera d’arte: non c’è un linguaggio che sia universale come quello dell’arte. E dire “universale” significa introdurre quantità fisiche ben precise.
'Fare' significa dare un senso, vuol significare 'dare forma e sostanza al pensiero', che deve essere forte. Il senso deve essere per avere ed avere per essere”.


E ancora, più avanti, troviamo considerazioni che fanno cenno anche alla scienza, coinvolgendo anche altri settori di riferimento, fino ad arrivare ad un discorso complessivo che non ha natura esclusivamente artistica ma sconfina in territori che possiamo definire umani, o meglio umanistici, in senso ampio: “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Chissà se Lavoisier era anche un estimatore d’arte!Partendo dal presupposto che l’astratto opera a livello psicologico, è evidente come la conoscenza della psicologia, in quanto scienza umana, obblighi il passaggio dai dati alla teoria; questo richiede un’immaginazione creativa, per cui il senso delle proposizioni consiste nella loro verificabilità. Il fruitore dovrà essere a sua volta considerato un artista copto.
Il senso gioca la sua più importante partita quando il pittore conduce un dialogo strettissimo con le sue opere, tornando e ritornando per meglio specificare, sottolineare, chiarire il proprio pensiero, ovvero la certezza di essere nella realtà, per indagarla e assoggettarla, cambiandola in meglio.
Non c’è narcisismo nel fare e rifare ricorrendo sempre al medesimo linguaggio, consapevoli di lasciare fuori lo stile che si attesta solo nella forma; il processo del fare nell’astratto è il medesimo di quello del figurativo. Se si lascia il campo al caso, alla combinazione fortuita, non si può più parlare di astrazione, ma di con-fusione”.
Il libro è anche un elenco di alcune delle più importanti pubblicazioni d'arte in Toscana, con l'indicazione anche delle case editrici che le hanno realizzate.Nelle parte conclusiva è presente una bibliografia di riferimento e una di natura generale.
In conclusione posso dire che questo libro non è rivolto solamente agli esperti o agli specialisti. Proprio per la sua natura specifica sopra indicata, ossia per la capacità di spaziare in modo chiaro e coinvolgente in ambiti e discipline diverse, è, al contrario, un libro di piacevole lettura anche per i neofiti e per coloro che, pur non essendo esperti, amano l'arte e tutto ciò che essa comporta. Io stessa, laureata in storia dell'arte e docente della  materia, ho apprezzato sia la specificità tecnica sia il  gusto di proporre riflessioni ad ampio raggio che coinvolgono l'uomo e la sua volontà di lasciare traccia di sé tramite l'espressione delle sue idee, intuizioni, sogni e realtà.
Per queste ragioni, consiglio la lettura del libro di Giuliana Donzello, e utilizzo, come adeguata chiusa per questo intervento, le parole scritte nella nota conclusiva posta in calce al libro: “Dall’incontro confronto con la ricerca e le azioni di individualità e personalità diverse s’impone, come ho auspicato nell’introduzione, una verifica sull’impiego delle strutture linguistiche ed espressive all’interno dei modi, anche i meno tradizionali, e senz’altro provocatori di procedere di un artista.
Ciò che emerge è una consapevolezza che si pone come tributo al mestiere: “il fare può essere coniugato con tre azioni: creare (realizzare forme nuove), scoprire (trovare qualcosa che prima non era sensibile, ma che esisteva), inventare (modificare le ipotesi e la sperimentazione; un fare per bisogno). Il che ci porta ad affermare, senza timore di smentita, che l’Arte si accompagna solo con il creare, la novità con l’inventare, ma al tempo stesso l’arte può contemplare in sé la scoperta, che è a livello personale e solo esperienziale”.
                                                                                                   Valeria Serofilli
Pisa, Caffè storico letterario dell’Ussero, 19 maggio 2017



 
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