MARIA ZIMOTTI E LA SUA RAGAZZA TUTT’ALTRO CHE FACILENota di lettura di Valeria Serofilli al volume La ragazza facile (Edizioni Il Papavero 2012) di Maria Zimotti
“Una ragazza facile” è il titolo del volume che Maria Zimotti ha pubblicato per le Edizioni “Il Papavero-Marketing d’autore” nel 2012. Ma tutt’altro che facile è l’immagine femminile che emerge dalle pagine del libro. Così, se mi trovo in parte d’accordo con quanto scrive Silvana Pasanisi nella prefazione, aggiungo tuttavia alcune considerazioni che estendono il discorso, in quanto non si tratta di uno scritto monotematico e i temi trattati, pur partendo sempre dalla figura femminile sono a mio avviso di più ampio respiro. Posta ad esergo del volume non a caso troviamo un aforisma di Sibilla Aleramo che recita “Amo dunque sono”, un cogito ergo sum al femminile quasi a ricordare il pensiero dello scrittore tedesco Jean Paul secondo il quale <<Nelle donne tutto è cuore, perfino la testa>>.
Una delle tematiche affrontate nel volume è quella della libertà e della conquista sociale. A questo riguardo tra i molti riferimenti possibili cito le liriche dal titolo molto significativo “Le libertà di ogni donna” e “Ogni donna che nasce, nasce sempre per la prima volta”, a ricordare che donna non si nasce ma si diventa, per dirla con Simone De Beauvoir.
Sul piano del linguaggio, è opportuno rilevare che, pur facendo riferimento a situazioni anche basate sulla filosofia e sulla letteratura è sempre vincolato al presente, con riferimenti ancorati all’attualità (ad esempio <<l’oblio dell’i-pod>>e la <<pastafissan>> ne “Il passaggio” o i <<talebani con la mercedes>>, come recita la strofa finale della poesia “La libertà di ogni donna” già citata, o ancora il <<moderno vivere (…) scandito dagli appuntamenti / del calendario della TV>> da “Previsione da strega”.
Posando l’attenzione sull’immagine riportata sulla copertina del volume, si tratta di un’opera di Eleonora Picariello dal titolo “S’i fosse acqua”, con chiaro riferimento alla nota poesia di Cecco Angiolieri.
Con variazione significativa rispetto al testo dell’Angiolieri, è stato però privilegiato l’elemento liquido che ricorda il liquido amniotico, la nascita, richiamato anche in una delle liriche e collegato all’essere madre. Una donna madre che assiste al passaggio ed alla metamorfosi del proprio figlio da bambino a uomo.
Altra tematica cara all’autrice è lo stato di grazia collegato alla bellezza, croce e delizia dello sguardo maschile e dell’essere donna, vera e propria bellezza in movimento che, facendo mio il pensiero di La Rochefoucauld, <<è per il corpo ciò che il buon senso è per la mente>>:
<< (…)
La grazia che sento
è nella possibilità di amare
follemente, di non nascondermi,
lesinare, mercificare
lo stato di grazia,
croce e delizia di essere donna>>.
(da “La grazia”)
Una grazia che rifugge dai canoni della bellezza esclusivamente esteriore ed estetizzante per cercare invece canoni autentici e di sostanza, quali della spiritualità e profondità del sentire e del pensare. Come nella famosissima immagine derivata dalla poesia simbolista (quale quella di Baudelaire) quasi un goffo albatros come recitano i versi de “L’eterno ritorno del risveglio”:
<<Pura nel giorno che nasce
sono sospesa nell’amnesia temporanea
che risetta con imput primordiali del risveglio
il piede gonfio che si posa a terra e vorrebbe
volare>>.
La lirica che dà il titolo al volume “La ragazza facile”, coerentemente con quanto detto in precedenza, contiene la suasiva immagine della statua antica, sia la Sfinge di Giza o una scultura greca classica di Fidia o Prassitele, quasi a rappresentare il legame tra passato e presente, tra l’imperfezione e la tenacia, come per sfidare il tempo, ma anche un omaggio ad alcune delle caratteristiche femminili quali la perseveranza e la curiosità:
<< (…)
come una statua antica
si è rotta il naso sbattendo
contro le intemperie della vita>>
(da “La ragazza facile”)
Per concludere, pur essendo la sua prima pubblicazione in volume, l’autrice dimostra, con questo suo lavoro, di aver acquisito un linguaggio autonomo e di sapersi muovere bene nell’ambito dell’universo femminile, scandagliandolo nei suoi meandri più reconditi e affascinanti. Ma questo sempre con occhio rivolto e saggiamente ancorato alle reali difficoltà della quotidianità e, in senso più esteso, dell’essere donna.
Valeria Serofilli
Pisa, Caffè dell’Ussero 26 Ottobre 2012