Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume Il sentiero tra due isole (Leonida Edizioni, Reggio Calabria, 2008) di Marco Rodi.
Particolarmente evocativo e suggestivo il titolo dell'opera prima dello scrittore Marco Rodi, fino al 2007 insegnante di informatica presso l'istituto Vespucci di Livorno.
Un sentiero tra due isole presenta infatti due livelli di lettura: il primo che potremmo definire in senso ampio "geografico" in quanto dal punto di vista fisico descrive due isole separate da un sentiero di terra percorribile solo in caso di bassa marea.
Un secondo livello è quello metaforico di due destini umani divisi dalle situazioni, dal tempo, dalle incombenze e dalle necessità: un uomo di fronte a due isole a rappresentare il bivio, la scelta.
Di particolare interesse ed efficacia è la scelta dell'autore di affiancare due personaggi molto diversi per esperienza di vita e caratteri, creando una trama incentrata sui conflitti ma anche sulle coincidenze degli opposti. Una quadratura del cerchio che riesce grazie alla scoperta prima di una confidenza schietta e sincera che sfocia poi in una passione irrefrenabile.
Il tutto però senza mai dimenticare l'ironia delle schermaglie, una comicità di fondo che contribuisce a stemperare i momenti di maggior sincerità e amarezza.
In questo senso possiamo dire che lo specchio di mare, che in un primo momento si limita a lambire i bordi del sentiero per poi sommergerlo, si fa poi nitido cristallo in cui i due protagonisti si riconoscono, rispecchiandosi l'uno nell'altra.
Il volume si articola in piccoli capitoli contraddistinti ciascuno da una parola chiave o da una frase riassuntiva come "Giochi di fantasia" o "Un buon metodo per fare didattica".
Ed è proprio tra questi due estremi, tra immaginazione e didattica, che si collocano i vari momenti della trama del romanzo.
Da un dialogo diretto con l'autore si ricava che è un romanzo tratto da una storia vera di una giovane e bella donna, danzatrice del ventre per hobby, conosciuta a un corso di psicologia.
Rodi ha immaginato che una donna di tale bellezza e esuberanza dovesse avere il "mondo ai suoi piedi" ma la sua sensibilità di uomo e di autore è stata colpita invece dai numerosi e crudeli dolori da cui la protagonista è stata afflitta essendo poi costretta a reagire cercando "consensi e amore utilizzando l'arte della seduzione".
Partendo da tali presupposti la storia avrebbe dovuto essere estremamente dolorosa ma evidentemente non è nelle corde di Rodi che ha voluto invece stemperarla inserendola in un contesto ricco di allegria.
Non voglio entrare nei dettagli della trama sia perché richiederebbe troppo tempo in quanto dettagliata e ricca di intrecci, sia perché non intendo togliere al lettore il gusto di scoprirla passo passo tramite una lettura diretta del testo, mi limito ad indicare a grandi linee i momenti salienti del racconto.
L'escamotage che l'autore utilizza per evitare un tono eccessivamente patetico e melanconico è quello di trasportare la narrazione in un'epoca recente, in un ambiente particolarmente ricco di scambi interpersonali di dialoghi e giovialità. Si tratta infatti non più di counseling, vale a dire del corso di aiuto psicologico per persone che devono superare un trauma o un lutto, bensì di un corso di aggiornamento per insegnanti, molto più sereno e situato in una cornice pittoresca quale le crete senesi.
L'autore immagina che in questo ambiente formale di studio e lavoro nasca un'amicizia profonda tra la voce narrante, Nanni, e la protagonista femminile, Mariel.
La passione tenderebbe a portare la storia oltre il livello di semplice confidenza e amicizia ma il rigore morale del protagonista fa sì che ciò non accada. Da questa tensione tra il dovere e la passione si crea un gioco complesso e intrigante di tentazioni, tentennamenti, sguardi, condivisioni.
Quindi il racconto dei dolori del protagonista è controbilanciato da descrizioni d'istanti di goliardico divertimento ma anche da attimi d'intimità.
Sullo sfondo della storia principale, quella dei due protagonisti, si dipanano episodi in cui vengono descritti altri personaggi, alcuni inventati e altri assolutamente reali che danno vita a un carosello di personalità da cui si rileva un ritratto molto schietto del mondo della scuola e citando direttamente le parole dell'autore <<visto dalle retrovie con i problemi, le passioni, le frustrazioni e le ambizioni de sempre>>.
Con un abile gioco di spostamenti temporali tra il racconto presente e quello rivissuto in un lungo e appassionato flash back, Rodi ci riporta al finale con il meccanismo della ring composition; ad un presente che però è arricchito da questo ricordo fondamentale e in qualche modo segreto della sua esistenza, custodita nei meandri della mente e della fantasia. Si ritorna alla realtà con un risveglio brusco ma necessario e con un brindisi augurale che si riallaccia spumeggiante alla cena con cui si era aperto il nucleo della narrazione. Quasi a testimoniare che il ricordo è indelebile, l'ultima pagina parla proprio della marea.
Nonostante l'alta marea torni in una pagina scritta non a caso in corsivo quasi a differenziarsi dal resto della narrazione, il ricordo della bassa marea, della fusione dei due mondi isola rimane vivido, tangibile nonostante il ciclico mutare delle situazioni umane.
Valeria Serofilli
Pisa, 27 Marzo 2009