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Raffaele Piazza: Taranta d'inchiostro di Valeria Serofilli

Le Opere > Tranta d'inchiostro
Taranta d’inchiostro
Silloge inedita di Valeria Serofilli


La taranta è una danza tradizionale della Puglia fortemente ritmata.
Con il suggestivo titolo Taranta d’inchiostro la poeta intende delineare una musicalità nella sua opera che, per sua natura, se si tratta della versione cartacea, è supportata appunto dall’inchiostro con il quale sono scritti i versi.
La silloge è scandita in quattro sezioni: La taranta, Ragnatela del mondo, Nidi di ragno e Al di fuori della tela.
La poetica espressa in questa sequenza dalla Serofilli s’incentra sugli affetti, sia che Valeria si rivolga all’amato, sia che ricordi suo padre, sia che parli dell’amica scrittrice defunta o del suo gatto tragicamente scomparso.
Prevale la figura della persona amata, un tu al quale la poetessa si rivolge in modo tenero, affettuoso e passionale, interlocutore del quale ogni riferimento resta taciuto.
Nella poesia iniziale della prima sezione l’uomo della poeta diviene metaforicamente contro veleno dopo che l’io -  poetante è stato morso dal ragno in una vittoria completa dei sentimenti.
I versi dei componimenti sono scattanti, raffinati e ben cesellati e sono molto ritmati nel produrre sospensione.
In Ti ha morso la taranta con una forte dose di erotismo è detta la descrizione di un amplesso con grande efficacia.
Il poiein di Valeria è connotato da una forte chiarezza e da luminosità del dettato ed è leggero, chiaro, narrativo e icastico. Sono presenti talvolta allitterazioni.
La Serofilli in Africa tocca il tema politico – sociale esprimendo il suo utopistico desiderio di aiutare in qualche modo i bambini africani. In questa composizione è molto bello l’incipit Vorrei farmi Africa, che delinea una virtuale espansione dell’io – poetante. Qui è molto bello il verso Delle capanne/ fare castelli che ha il tono di favola in versi e anche il verso carico di speranza soave Finché una nuova aurora sorgerà.  
In L’umanità sono descritte scene di quotidianità quando l’io – poetante cammina nella folla tra una scia di giapponesi e una fiumana di studenti.
Nella strofa finale del componimento la poetessa cambia registro e mette in scena il ricordo del padre che aveva detto con maniera mordace che le ballerine delle Folies Bergère hanno la lordosi.
Nella scansione Nidi di ragno nel primo intellettualistico componimento la poeta fa, traslata in versi, una descrizione del funzionamento della mente umana come se questa albergasse in un altro pianeta sopra le nuvole esponendo la fantasiosa teoria delle onde delle sinapsi in cielo. Si tratta di un testo originalissimo e l’occasione che l’ha generato è un viaggio in aereo, un volo per Tenerife.
Toccante e tenera la poesia A Cachemire dedicata al gatto persiano morto tragicamente investito. In questa, con un’immagine intrigante, Valeria afferma di vedere il gatto stesso in cielo nella forma di una nuvola in più.
Il tema del felino domestico è ripreso in altri due componimenti: La gatta e Donnagatto. Nel primo è detta l’immagine surreale della gatta che sorride mentre nel secondo l’autrice afferma di graffiare come una gatta anche se con un altro tocco.
Incontriamo bellezza nei versi della Serofilli sottesi tutti ad armonia formale e stilistica.

Raffaele Piazza


 
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