Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume Il verme della mela (Leonida Edizioni, Reggio Calabria 2010) di Achille Concerto.
Achille Concerto si dedica alla sua professione medica ma con altrettanta passione a studi e ricerche sulla mitologia, sull’archeologia e alla sceneggiatura; interessi che si rispecchiano in modo evidente anche nelle sue opere letterarie, in particolare per l’attenzione verso il panorama storico delle vicende narrate e l’evoluzione sociale dei costumi e dei modi di vita.
Ecco che, attraverso la narrazione delle vicende personali della protagonista, l’autore ci conduce, con perizia e capacità affabulatoria, a fare la conoscenza con un ambiente ben delineato dal punto di vista geografico: il meridione d’Italia, con le sue contraddizioni tra tradizione e desiderio di modernità.
Angela, questo il nome della protagonista, è un nome casuale, ma che può avere anche valenze simboliche e richiamare l’eterno contrasto tra il bene e il male, come la mano dell’immagine riportata in copertina, che non si sa se offra o se colga la mela, il frutto del peccato, resa ulteriormente negativa dalla presenza del verme che la corrode dall’interno, facendola diventare “metafora universale ed esistenziale”, per citare l’efficace prefazione di Francesca Rappoccio.
In questo caso dunque il nome di Angela, creatura dalle grandi qualità sia intellettive che morali, si delinea quanto mai provocatorio ed ambivalente.
Senza addentrarmi nella trama per non togliere al lettore il gusto della scoperta, posso dire tuttavia che si tratta di un romanzo nello stesso tempo originale ma che si viene ad inquadrare nei modelli ben noti e consolidati del romanzo di formazione. La protagonista compie infatti un viaggio sia fuori che dentro di sé, sempre facendo i conti con quel verme che corrode sia lei che la società con la quale vuole integrarsi e nei cui confronti nutre un rapporto complesso e contraddittorio di attrazione e repulsione.
Per rendere ancora più evidente e lacerante il conflitto che sta alla base dell’intero romanzo, quello a cui abbiamo già fatto cenno, vale a dire dell’eterna lotta tra il bene e il male, Achille Concerto trasferisce all’interno del nucleo familiare della protagonista, vicende e sentimenti quali l’odio tra fratelli, ambizioni diverse e cammini divergenti.
Infatti Angela rimane nell’ambito della legalità mentre i fratelli si lasciano irretire dal mondo del crimine.
Tuttavia l’abilità del narratore è quella di non limitare la vicenda ad una contrapposizione netta e manichea, a confermare ancora una volta che la realtà è più complessa e fatta di chiaroscuri e ambivalenze, ribadendo in tal modo il valore emblematico dell’immagine di copertina.
Un romanzo complesso e interessante, questo di Achille Concerto, che siamo stati lieti di presentare nell’ambito del calendario degli incontri di libri ed autori presso il Caffè Storico Letterario dell’Ussero di Pisa.
Valeria Serofilli
Pisa, 25 Novembre 2010