Nota di lettura di Valeria Serofilli alla poetica di Piero Simoni, con particolare riferimento al volume Anomia 2005 (Leonida Edizioni, Reggio Calabria 2008).
La produzione letteraria di Piero Simoni, che copre un arco di circa quarantanni, si caratterizza per la coerenza di alcune tematiche che ricorrono con particolare assiduità, costituendo un autentico fil rouge. Già nella silloge I sassi che raccolgo, vincitrice del 3° Premio “Città di Bolzano 1976”, emerge la presenza del mare, tema che si ricollega anche alla biografia dell’autore, per molti anni lavoratore marittimo.
Il mare, per Simoni, non è solo fonte di ispirazione ma anche luogo sacro da difendere il più possibile dalle aggressioni esterne, l’ultimo baluardo naturale che conserva delle parti ancora incontaminate, come emerge da un articolo scritto per la Nazione di Livorno nel 27 marzo di quest’anno.
Scrive Simoni:
<<l’estate di mare / col sapore dei cocomeri / con il sole grande / e rosso al tramonto…>> (da Anomia 95 – 98, p. 33). E ancora <<ogni giorno vengo ai nostri appuntamenti / per ascoltare la tua voce azzurra / o mare di Livorno>> (da I sassi che raccolgo, p. 13).
Altra tematica ricorrente è quella della cara Livorno, città natale dell’autore, che diventa allo stesso tempo luogo concreto e simbolico e che Simoni preferisce d’inverno <<quando la gente non affolla le tue strade / quando gli alberi sono vestiti di festa / quando le macchine di più sostano>> (da I sassi che raccolgo, p. 33).
Coerentemente con questa tematica l’autore ha trovato un’altra patria elettiva quale la tranquilla Val d’Orcia e in particolare la bellissima e storica Pienza, città ideale, costruita con criteri architettonici di pace e di armonia.
Altro tema caro all’autore e molto presente anche nel volume oggi presentato è quello degli anziani, metafora del tempo che passa, depositari della saggezza, e del quotidiano lavoro dell’uomo comune come attaccamento all’esistenza, nonostante la fragilità del tempo:
<<La saggezza degli anziani / che hanno il tempo per pensare / ed hanno esperienza>>;<<I vecchi al paese / a scrutar dalla finestra >> (p. 116 dall’antologia di Autori vari pubblicata da Aletti nel 2008); <<I vecchi tetti a tegole / assemblati nelle case di paese / sulla collina>>, o quelli <<dall’ospizio più povero>>, oppure <<i vecchi del paese modellati secondo le usanze che si portano via storie…>> (da Anomia 2005).
Dal punto di vista più strettamente formale il testo è caratterizzato dall’assenza della titolazione così come della punteggiatura e dell’enjambement.
Il senso del verso è infatti concluso ogni volta in sé.
Come ideale contraltare oltre al mare è presente anche la terra, così ferma nell’inverno da rimandare alla meditazione interiore (Anomia 2005) o nella metafora di un sasso che l’autore raccoglie per vestirlo di colore (da I sassi che raccolgo, p. 35) o della pietra in cui immedesimarsi per sopravvivere alla corrosione del tempo:
<<Vorrei essere anche il peggior uomo / vorrei essere un cane o una pietra / comunque / vorrei essere qualcosa>> (da I sassi (…) cit., p. 55).
Si legge a p. 49 di Anomia 2005: <<I sassi levigati dal mare così sinuosi e odorosi (…) le pietre dei muratori ad una ad una fermate con il cemento>>.
Per concludere la poesia di Piero Simoni, tramite un verso semplice e spesso coinciso ed icastico, veicola pensieri e valori profondi, radicati nella terra, come il titolo di una delle sue sillogi più efficaci I sassi che raccolgo, che si distingue anche per il titolo, l’unico che non si inserisce nel solco della lunga successione di volumi contraddistinti dalla stessa titolazione quale Anomia. I volumi non potevano infatti avere dei titoli separati dovendo costituire un’unica narrazione dettata dalla voce interiore di Simoni.
E’ questo anche il titolo del libro oggi specificatamente trattato, edito da Leonida Edizioni di Reggio Calabria, che si pone ad ulteriore conferma del percorso artistico, letterario ed umano dell’autore.
Valeria Serofilli
Pisa, 29 Maggio 2009