La scrittura dell'umanità ritrovata
“L'uomo di ghiaccio”, “Buone feste, zia Betta”, “Le bionde trecce di Liuba” e “Durante un viaggio” sono, sono quattro racconti pervasi da una scrittura asciutta e levigata, tesa ad una scorrevolezza stilistica che culmina senza retorica in un approdo di ritrovata umanità.
E' nel nucleo del proprio lessico sensoriale che Renata Giambene trae le forze necessarie per creare situazioni e meccanismi narrativi di lucida e fluida tensione espressiva.
Si può affermare con certezza che la scrittura sostiene in maniera valida le vicende in essa contenute, senza mai cedere a facili compromessi linguistici che la notevole esperienza dell'autrice ha saputo evitare, dando luogo ad una narrativa dai toni equilibrati e avvolgenti, connotando i vari personaggi di una particolare dimensione emotiva.
I vari protagonisti che emergono dai racconti esprimono sia pure con evidenti diversità, una sorta di tormentata affettività, avvolta nelle vesti di un senso di morte.
Nei racconti “L'uomo di ghiaccio” e “Le bionde trecce di Liuba”, in maniera particolare si evidenzia un lacerante rapporto con la fine della vita, con il subentrare della morte, sorte nel momento in cui l'azione umana, il movimento sentimentale dei protagonisti stava risorgendo da una condizione di gelo.
Nonostante i vari racconti mostrino al proprio interno varie situazioni di morte, il senso generale che si respira nel complessivo tessuto narrativo, rimanda alla vita o meglio, al ritmo aleggiante di essa.
Ciò accade in virtù del recupero dei sentimenti, talvolta espressi in modo diretto, talvolta in maniera più velata, con un procedere descrittivo che trova nella propria scabra incisività un autentico elemento di potenza evocativa; l'alternanza dei sentimenti in un gioco di chiaroscuri costituisce il vero punto di forza dei racconti che emergendo dal fervido mondo interiore dell'autrice, a buon diritto sostengono un linguaggio consono agli occhi del lettore dove traspare l'universo di una rinata coscienza “dell'umano”.
A conclusione di questo breve scritto, si può affermare che il linguaggio espressivo di questi racconti, dimostra ancora una volta la maturità artistica di Renata Giambene, che sicuramente ben rappresenta il valore culturale della narrativa dell'ultimo novecento.
Luciano Fusi, dalla prefazione al volume